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Il portafoglio ritrovato e gli stagionali della frutta

28 giugno 2020 | 16:41
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Il portafoglio ritrovato e gli stagionali della frutta

La delicata situazione degli stagionali della frutta a Saluzzo diventa terreno di scontro politico mentre una vicenda ammantata di generosità riporta il tutto all’aspetto umano

Sarà un caso, ma nello stesso giorno in cui il senatore della Lega Giorgio Bergesio “tuonava” contro il sindaco di Saluzzo Mauro Calderoni, reo di buonismo nei confronti dei braccianti della frutta che in questi giorni rappresentano un discorso molto delicato nel saluzzese, uno di questi, un giovane 26enne del Senegal, si è reso protagonista di un bel gesto consegnando ai carabinieri un portafogli che aveva trovato per strada con documenti e soldi del distratto proprietario. Il fatto è stato raccontato sulle pagine de La Stampa, alla quale si è rivolto il proprietario del portafoglio per segnalare la vicenda e il comportamento del giovane.

Per quanto riguarda il senatore Bergesio, in merito alla questione dei braccianti immigrati “bacchetta” il sindaco di Saluzzo dicendo che il buonismo non paga e che “C’è da preoccuparsi moltissimo, anche perché il vero problema di Saluzzo è l’invasione di questi “presunti” lavoratori stagionali, ai quali negli anni è stata riservata un’accoglienza indiscriminata”.

In realtà il buonismo non c’entra niente e questi “presunti lavoratori stagionali” non sono un problema bensì una risorsa della quale l’agricoltura, anche quella saluzzese, non può fare a meno o meglio, potrebbe farlo se ci fossero schiere di nostri connazionali pronti a lavorare nei campi, fatto che l’esperto in temi agricoli Bergesio, dovrebbe conoscere bene. Il sindaco Calderoni e le molte associazioni che si stanno interessando degli stagionali e lo stesso governo, impegnato sul tema della loro regolarizzazione, vogliono esattamente l’opposto di quanto denuncia Bergesio e cioè che non siano soggetti a un’accoglienza indiscriminata ma che ci siano regole certe, da rispettare e far rispettare. E la richiesta di dare a questi braccianti agricoli un tetto sotto il quale stare una volta finito il lavoro nei campi, che è stata l’origine di manifestazioni di protesta da parte degli immigrati, è assolutamente logica perché l’alternativa sarebbe quella di veder sorgere baraccopoli incontrollate o, peggio ancora, di non sapere dove possono andare a rifugiarsi questi lavoratori.

In questo periodo dominato prima dall’emergenza e poi dal tentativo di tornare a una vita normale dopo il coronavirus, tutto si è complicato e anche la raccolta della frutta nel saluzzese è diventata ancor più problematica. Da qui la necessità di trovare soluzioni che, in primis, permettano di evitare il rischio di nuovi focolai di covid-19. E questo non è buonismo ma semplice razionalità.

Siamo certi che per questi fatti che segnaliamo ci sarà chi dirà che prima vengono gli italiani, che non è giusto dare un tetto ai braccianti agricoli quando gli altri devono arrangiarsi da soli e ci sono tanti italiani indigenti e bisognosi di aiuto o alla ricerca di un lavoro. Tutto vero, ma questa non è una situazione di o noi o loro, perché sarebbe una guerra tra poveri. I problemi degli italiani, che siano di mancanza di lavoro, pensioni misere, incertezza del futuro, scuole da riformare, le tasse spropositate, la burocrazia onnipresente, governi instabili, anziani da assistere in modo diverso e migliore, non dipendono dalla presenza o meno degli immigrati e non cambierebbero neppure se questi fossero rimasti nei loro Paesi.

Nel caso specifico di Saluzzo – e ribadiamo che se ci fossero tanti italiani desiderosi di andare nei campi a lavorare per la raccolta della frutta non ci sarebbe bisogno di manodopera immigrata – è una situazione per la quale devono lavorare per prime le istituzioni, che non possono lasciare un sindaco a risolvere da solo un problema di questa dimensione, salvo ricevere aut aut senatoriali su quanto deve o non deve fare…