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Giornate critiche per la situazione dei braccianti della frutta nel saluzzese

19 giugno 2020 | 14:45
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Giornate critiche per la situazione dei braccianti della frutta nel saluzzese

Le proteste dei braccianti agricoli africani a Saluzzo, che chiedono soluzioni abitative, sono sfociate in una manifestazione non autorizzata per la quale il questore di Cuneo annuncia provvedimenti seri

L’emergenza coronavirus ha causato tantissimi problemi e ne ha accentuati altri che già solitamente sono di difficile soluzione. Un esempio è la gestione dei braccianti agricoli che lavorano d’estate a Saluzzo, in larga parte immigrati, che ogni anno si riversano nella capitale del Marchesato. Per loro uno dei problemi è quello abitativo ed è qui che il covid-19 ha lasciato il segno. Infatti, se negli anni passati veniva messo a disposizione il Pas, i dormitorio realizzato nella ex caserma Filippi, con i suoi 400 posti, quest’anno il centro è rimasto chiuso a causa dell’emergenza sanitaria.

Ieri una nutrita rappresentanza dei braccianti africani, insieme  a esponenti dei comitati antirazzisti e dei centri sociali del territorio hanno manifestato per le vie cittadine e poi sono stati ricevuti in Municipio per un incontro con il sindaco Mauro Calderoni e il vice prefetto Maria Antonietta Bambagiotti. Purtroppo una soluzione non si è trovata e l’incontro si è concluso con un niente di fatto. In effetti non è proprio così, perché dopo l’incontro a vuoto un corteo dei manifestanti, scortato dalla polizia, è tornato verso il parco di villa Aliberti dirigendosi poi in centro, alla rotonda di corso Roma, con occupazione della sede stradale e blocco del traffico. Dopo le 14 hanno anche  cercato di entrare nel Pas con qualcuno che ha provato a scavalcarne la recinzione mentre altri hanno tentato di sfondare la porta d’ingresso, respinti dai reparti mobili della questura in tenuta antisommossa che poi hanno provveduto a disperdere i manifestanti.

Questa la cronaca di ieri, con il sindaco Calderoni a ribadire l’accoglienza messa sempre in atto dalla città ma, per contro, le elevate problematiche sanitarie che ci sono quest’anno “regalo” dell’emergenza covid. Secondo il primo cittadino “Il mio Comune, ha fatto tutto ciò che era nelle sue possibilità, ma le istituzioni locali non possono sempre spingersi oltre il limite. La risposta va data dalle istituzioni statali”.

E dopo la giornata di ieri, la risposta di una delle istituzioni statali, la questura, è arrivata in mattinata con il questore Emanuele Ricifari a dichiarare che i filmati ripresi durante la manifestazione di protesta sono al vaglio degli inquirenti che hanno già identificato decine di persone tra i partecipanti, molti dei quali, secondo il questore, mai visti in provincia. Il dottor Ricifari ha ricordato i danneggiamenti aggravati, gli episodi di resistenza a pubblico ufficiale e la sussistenza degli estremi per una denuncia per manifestazione non preavvisata. Il questore ha aggiunto che delle indagini se ne occuperà l’autorità giudiziaria, dal momento che invece di essere un presidio fisso, come concordato con gli organizzatori, il tutto è avvenuto con modalità diverse con corteo, blocchi stradali e il tentato ingresso nel Pas, tutte circostanze che avranno delle serie conseguenze.

Detto ciò e fermo restando che il dialogo è sempre meglio delle proteste violente e delle logiche repressioni conseguenti, è anche vero che si tratta di una situazione per la quale si deve trovare una soluzione. I braccianti agricoli immigrati servono molto nel distretto della frutta di Saluzzo ma è necessario considerare l’esigenza di dare loro un luogo dove dormire e vivere mentre lavorano nei frutteti. E questo anche in considerazione del fatto che bisogna rispettare le norme che siamo tenuti a osservare in chiave di prevenzione dei contagi, sempre in agguato anche se siamo in una situazione diversa rispetto ai mesi scorsi, perché l’alternativa è quella o di non sapere dove questi lavoratori vadano a dormire o di veder nascere delle baraccopoli abusive. Il rischio è quello di tornare all’emergenza sanitaria, per evitarlo servono interventi concreti e urgenti, la frutta è ormai matura, almeno quella…