Riprogrammazione liste attesa |
Regione Piemonte
/
Sanità
/

Da riorganizzare le liste d’attesa per le visite

4 giugno 2020 | 12:27
Share0
Da riorganizzare le liste d’attesa per le visite

Problematiche già prima dell’emergenza, dopo la fase acuta del coronavirus torna d’attualità la gestione delle liste d’attesa per le visite ambulatoriali e ospedaliere che sono state sospese in questi mesi e che coinvolgono centinaia di migliaia di persone

Delle liste d’attesa per le visite ambulatoriali e ospedaliere si parlava già molto prima dell’emergenza coronavirus adesso, passata la fase critica, ma sempre con un occhio vigile per evitare che il contagio possa tornare a farsi vivo, il problema torna a farsi pressante e, se possibile, ancora più di prima. In questi giorni dovrebbero partire le chiamate da parte delle Asl e degli ospedali per riaggiornare le prenotazioni, dopo il blocco delle prestazioni di questi ultimi mesi ma si tratta di riorganizzare centinaia di migliaia di visite.

Mentre l’assessore Luigi Icardi ha dato indicazione alle Asl di riprogrammare le prestazioni prenotate contattando i pazienti senza che questi debbano richiedere una nuova prescrizione, il sindacato Anaao-Assomed si rivolge all’assessore dichiarando, attraverso la segretaria regionale del sindacato dei medici ospedalieri Chiara Rivetti: “Siamo molto preoccupati. A un problema che già era estremamente grave, si aggiunge un’enorme mole di prestazioni da recuperare e questo con una carenza di personale che ancora non è sanata. Bisogna innanzitutto e rapidamente completare gli organici carenti con assunzioni che già si sarebbero dovute fare, ancor prima dell’emergenza Covid”.

Una delle strade che potrebbero essere seguite per sveltire le procedure è quella di  coinvolgere il privato accreditato per un supporto nell’erogazione delle prestazioni ambulatoriali, anche se il contratto tra la Regione e i privati accreditati per l’anno in corso non è ancora stato firmato. Una soluzione che alcune aziende sanitarie sarebbero dell’idea di adottare è quella di incrementare i turni degli specialisti pagati in libera professione, con l’Asl che paga i suoi medici che su base volontaria aumentano il loro orario e lo fa corrispondendo 60 euro lordi l’ora, presi dal suo bilancio.

Sulla ripresa delle prestazioni ambulatoriali pesano anche le misure di sicurezza che sono state necessariamente introdotte per evitare contagi da Coronavirus che comprendono i tempi necessari per sanificare gli ambulatori ad ogni visita e garantire di non affollare i locali di attesa, tutti fattori che rischiano di allungare i tempi del periodo tra la prescrizione e la visita o il ricovero.

Una delle conseguenze della situazione che si è creata è che ci possa essere un aumento al ricorso a strutture fuori regione, fattore che aumenterebbe la mobilità passiva che è una delle voci di peso sul bilancio della sanità del Piemonte.

Dicevamo dell’occhio vigile su eventuali riprese dell’epidemia e anche qui l’Anaao-Assomed interviene con una serie di domande poste dalla dottoressa Rivetti: “Ma in caso di ripresa del focolaio, come siamo messi? Le Asl stanno facendo scorte di maschere e tutti i dispositivi di protezione? Negli ospedali, stiamo mettendo in atto tutte le iniziative per evitare la diffusione dell’eventuale contagio? Le visite ambulatoriali riaprono con disposizioni per garantire il distanziamento?”. E sul problema del personale, correlato alle terapie intensive, dato che il ministero ha indicato in 610 i posti letto che il Piemonte deve predisporre, una dotazione più che raddoppiata, la segretaria del sindacato dei medici ospedalieri  aggiunge: “Ma se aumentiamo i letti in rianimazione, dove prendiamo i rianimatori? Prima del Covid le carenze erano gravissime, adesso in Piemonte sono stimate in 150 rianimatori. Abbiamo iniziato a formare i neo-laureati, o gli specializzandi? Sappiamo dove ci sono le carenze maggiori?” Abbiamo un piano per l’autunno o manderemo poi tutti a fare il sierologico, dopo?”.