Continuano le indagini della Guardia di Finanza sulle Rsa

24 giugno 2020 | 12:08
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 Continuano le indagini della Guardia di Finanza sulle Rsa

Se la politica non decide di dare vita a una commissione specifica, l’inchiesta sulla gestione dell’emergenza coronavirus la porta avanti la Guardia di Finanza, con occhio attento alle Rsa

Mentre la politica o, almeno, parte di essa, fa muro contro la commissione d’inchiesta per fare il punto sulla gestione dell’emergenza covid, altre inchieste, decisamente più scomode, stanno andando avanti per comprendere se e come mai qualcosa non ha funzionato in questi mesi di pandemia.

E a questo proposito tornano in pista le Rsa e, in particolare, la delibera, poi rivista e corretta, sulla possibilità di trasferirvi malati Covid nel momento di maggior pressione sugli ospedali, con il risultato che in alcune residenze si è registrato un alto numero di contagi tra gli ospiti, con molti decessi. La Guardia di Finanza, per il momento a Torino, ha acquisito scambi di mail e di dati e sono stati requisiti dei server per permettere l’analisi delle comunicazioni telematiche e verificare se le procedure anti contagio siano state rispettate o meno.

La delibera, firmata dall’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi esiste ed è agli atti e non ci sono dubbi che in base ad essa ci siano state residenze per anziani che hanno accolto pazienti in via di guarigione, ma affetti comunque da covid. L’assessore Icardi ha comunque sempre negato che la Regione volesse spostare persone positive in convalescenza nelle Rsa occupate dagli anziani.

Fatto sta che le delibere ci sono, una approvata in giunta il 20 marzo, con firma del solo direttore Fabio Aimar, mentre l’altra,  modificata, è stata pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione il 10 aprile. Quali sono le differenze tra le due versioni, approvate e pubblicate con tempistiche differenti? Nella prima veniva segnalata chiaramente la possibilità di trasferire i pazienti Covid all’interno delle Rsa, senza riferimenti specifici a  strutture vuote o inutilizzate.

Nella seconda versione ci sono alcuni passaggi in più, ad esempio quello in cui viene scritto che sarebbero stati ricavati posti letto per pazienti Covid “con bisogni sanitari compatibili con l’assistenza in Rsa”. Inoltre viene riportato che gli organismi preposti alla vigilanza devono certificare “per tutte (le Rsa ndr) la conformità ai percorsi definiti per i pazienti Covid dai competenti enti nazionali e regionali (netta separazione degli spazi, percorsi e personale dedicati)”. Anche nella seconda versione, però, non viene specificato che le strutture ospitanti dovessero essere vuote o non utilizzate.

Ieri in Consiglio l’assessore Icardi è stato nuovamente interrogato sull’argomento e ha precisato che l’inserimento dei pazienti Covid è avvenuto solo dopo i sopralluoghi della Commissione di Vigilanza dell’Asl Città di Torino che ha verificatola separazione dei percorsi tra ospiti positivi e negativi al virus e del personale che si occupava degli uni e degli altri. Icardi ha anche spiegato che “i parametri oggetto di verifica della Commissione di Vigilanza non sono cambiati” tra la prima e la seconda versione della delibera regionale.