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Che fine ha fatto l’iniziativa regionale per denunciare la violenza sulle donne?

14 giugno 2020 | 10:01
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Che fine ha fatto l’iniziativa regionale per denunciare la violenza sulle donne?

Doveva servire per consentire alle donne di denunciare le violenze subite, semplicemente compilando un modulo in farmacia con la richiesta di aiuto, ma dell’ordine del giorno in Consiglio regionale non si è più saputo nulla

Il lockdown ha avuto delle conseguenze serie anche per quanto riguarda la violenza sulle donne, con un preoccupante aumento dei casi dovuto soprattutto alla convivenza forzata in famiglie in cui è presente un uomo violento. Il problema resta sempre quello di poter denunciare questi fatti e per trovare una soluzione utile, ad aprile il Consiglio regionale, riunito in videoconferenza, ha approvato un ordine del giorno proposto da Maurizio Marrone, all’epoca capogruppo di Forza Italia prima di migrare in Fdl, allo scopo di aiutare le donne vittime di violenza.

Si trattava di qualcosa di concreto, e non del solito intervento populista della politica, dal momento che nell’Odg veniva proposta la distribuzione nelle farmacie di moduli prestampati destinati alle persone che intendevano denunciare casi di violenza domestica. In questo modo, avevano pensato in Consiglio regionale, le donne che erano rimaste chiuse in casa con il loro aguzzino a causa dell’isolamento dovuto al coronavirus, potevano ricorrere alla compilazione del modulo non potendo chiamare la polizia o i numeri dei centri antiviolenza mentre l’uscita per recarsi in farmacia era tra quelle consentite dai vari decreti governativi. E non per niente si trattava di una misura molto utile, dal momento che, secondo i dati del Telefono Rosa, da quando sono scattate le misure anticontagio si è registrata una diminuzione del 53% delle chiamate ai propri centralini.

L’iniziativa ricalcava in qualche modo quello che succede in Spagna, dove esiste un progetto denominato “Mascarilla 19” attraverso il quale le donne vittime di violenza possono entrare in farmacia ordinando la “Mascherina 19”, facendo così capire la loro necessità al farmacista che si attiva e allerta le forze dell’ordine.

Fin qui tutto bene, dato che si trattava di un progetto utile, che in modo semplice andava incontro all’esigenza di permettere la denuncia delle violenze subite, specie in un momento così difficile come il lockdown.  Invece, approvazione dell’ordine del giorno a parte, dell’iniziativa non si è più parlato. Il motivo sembrerebbe essere l’esistenza di un’idea analoga dell’assessore alle Pari Opportunità del Comune di Torino, Marco Giusta, che prevede la distribuzione nelle Farmacie Comunali di oltre 50 mila volantini con l’immagine della campagna nazionale 1522 e, sul retro, i numeri di riferimento dei centri antiviolenza presenti, in questo caso, sul territorio torinese. In realtà i due progetti non si sovrapponevano, perché sostanzialmente diversi tra loro e, oltretutto, l’ordine del giorno di Marrone aveva già ricevuto il benestare del presidente dell’Ordine dei Farmacisti, Mario Giaccone, che è anche consigliere regionale di opposizione: “Noi abbiamo dato la nostra disponibilità, e lo avremmo fatto molto volentieri”.

Risultato? Dal 7 aprile nessuna notizia dalla Regione e un’iniziativa che, una volta tanto, poteva rivelarsi utile è rimasta lettera morta.