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Centri antiviolenza e Case rifugio

4 giugno 2020 | 15:29
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Centri antiviolenza e Case rifugio

Maggiore equità per i criteri di suddivisione dei fondi regionali e statali a favore dei Centri antiviolenza e delle Case rifugio presenti sul territorio piemontese, è quanto si propone l’emendamento al Regolamento attuativo della legge regionale 4/16, “Interventi di prevenzione e contrasto alla violenza di genere e per il sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli”

Maggiore equità per i criteri di suddivisione dei fondi regionali e statali a favore dei Centri antiviolenza e delle Case rifugio presenti sul territorio piemontese, che attualmente penalizza la provincia di Torino. È quanto si propone l’emendamento al Regolamento attuativo della legge regionale 4/16, “Interventi di prevenzione e contrasto alla violenza di genere e per il sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli”, presentato oggi in Commissione Sanità, presieduta da Alessandro Stecco, dall’assessore alle Pari opportunità Chiara Caucino, sul quale le forze politiche hanno espresso parere preventivo favorevole all’unanimità.

La quota di finanziamento di ciascuno dei 21 Centri antiviolenza sarà costituita per il 60% dall’importo, uguale per tutti, destinato alle strutture iscritte all’Albo regionale e per il 40% dipenderà dal numero di donne di età superiore ai 14 anni seguite nel corso dell’anno precedente. I Centri sono 9 a Torino, 3 a Cuneo, 2 rispettivamente ad Alessandria, Novara e Vercelli e 1 ad Asti, Biella e nel Vco. Attualmente, invece, la quota è costituita per il 50% dalla suddivisione in quote uguali di quanto assegnato per ciascuna provincia e per il 50% dalla suddivisione di quanto assegnato in base alla popolazione femminile residente di età superiore ai 14 anni.

Per quanto riguarda le Case rifugio è invece previsto che il riparto delle risorse avvenga sulla base del numero di posti autorizzati dalla Commissione di vigilanza territorialmente competente. Le Case sono 7 a Torino, 2 ad Alessandria e 1 rispettivamente a Biella, a Cuneo e nel Vco.

“Quando la legge venne approvata nel 2016 – ha sottolineato Caucino – i Centri antiviolenza erano meno numerosi di oggi e il riparto per province poteva avere senso. Oggi è necessaria una modifica a favore di Torino, che per il gran numero di Centri risultava penalizzata. Per quanto riguarda le Case rifugio, presenti solo in cinque province, il criterio adottato mira a evitare disomogeneità”.

Nel dibattito sono intervenuti per il Pd i consiglieri Monica Canalis e Domenico Rossi, cui l’assessore ha specificato che i fondi relativi ai Centri antiviolenza sono per il 2020 pari a circa 521mila euro e quelli per le case rifugio a circa 426mila.

Sulla possibilità di ampliare il numero di Case rifugio per dotarne tutte le province, avanzata dalla consigliera Francesca Frediani (M5s), l’assessore Caucino ha risposto che la Regione indirà un bando per 210mila euro entro l’estate.

Su richiesta del presidente Stecco, l’assessore ha specificato che il bando è previsto per finanziare spese correnti e non interventi di ristrutturazione.

Marco Grimaldi (Luv), che l’ha interrogata sulle conseguenze del nuovo riparto per i Centri antiviolenza, l’assessore ha risposto che esso permetterà a ciascun Centro di ottenere un finanziamento di base di circa 15mila euro, sufficiente per garantire una solida piattaforma per lo svolgimento delle attività.