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Avvio con difficoltà per i processi alla ‘ndrangheta

6 giugno 2020 | 16:46
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Avvio con difficoltà per i processi alla ‘ndrangheta

Carminus, Barbarossa, Fenice, sono i nomi delle inchieste sfociate nei relativi processi contro le infiltrazioni della ‘ndrangheta in Piemonte, che al loro avvio si scontrano con la carenza di giudici nel tribunale astigiano

Sulla presunta presenza di organizzazioni criminali di stampo mafioso attivi nell’Astigiano, con interessamento dell’albese e nella zona di Carmagnola erano state avviate tre inchieste che hanno portato a tre procedimenti. Il 9 luglio 2019, ha avuto inizio il processo Barbarossa, focalizzato sulla presunta attività di una ‘locale’ della ‘ndrangheta tra Costigliole d’Asti, Asti e Alba. A giudizio nove imputati, sei dei quali sottoposti a misure cautelari. Il 20 maggio era iniziato il processo Carminus, con 23 imputati, relativo alle infiltrazioni mafiose nel Torinese,  mentre l’inchiesta Fenice, sulla ramificazione della ‘ndrangheta nel nord ovest Italia, ha visto il coinvolgimento dell’ex parlamentare ed ex assessore regionale di Fdl Roberto Rosso, accusato di voto di scambio politico mafioso, per il quale recentemente è stata respinta la richiesta degli arresti domiciliari e disposto il rinvio a giudizio insieme ad altri sette imputati.

Si tratta di processi di una rilevanza notevole per il tribunale di Asti che rischia però di vedere rallentata la prosecuzione dei dibattimenti semplicemente perché mancano i giudici e le attrezzature necessarie per le videoconferenze. E questo dopo il lungo periodo di sospensione delle udienze, a causa del coronavirus, con un ritorno lento all’attività solo dallo scorso 3 giugno con tutte le precauzioni dovute al rispetto delle norme anti contagio. Il carico di lavoro che attende i giudici per giugno e luglio è valutato in 200 procedimenti penali con i tre legati alle inchieste sulla ‘ndrangheta a calamitare attenzioni e apprensioni.

A supporto del tribunale di Asti c’è l’aula bunker del carcere delle Vallette dove sono già state programmate molte udienze. A Torino è disponibile l’impianto di videoconferenza necessario in questi processi, strumentazione che manca ad Asti nonostante le richieste avanzate proprio per evitare i trasferimenti dei giudici e dei cancellieri da Asti a Torino per la trentina di udienze previste. E, in ogni caso, il numero dei giudici astigiani è insufficiente per affrontare tutta questa mole di lavoro. La speranza è che, essendo giunti alla logica conseguenza di inchieste delicate come Barbarossa, Carminus e Fenice, e cioè il giudizio in tribunale, questo possa giungere in termini di tempo accettabili, nonostante tutte le difficoltà nel portare in porto i processi.