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Autostrada Asti–Cuneo: le comiche continuano

14 giugno 2020 | 11:03
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Autostrada Asti–Cuneo: le comiche continuano

Sembrava cosa fatta, ma l’ennesimo colpo di scena, alias l’esposto del parlamentare di Forza Italia Lucio Malan, rende ancora una volta impervio il percorso dell’autostrada fantasma Asti – Cuneo

Dal Cipe il 14 maggio è arrivato il via libera al piano di realizzazione degli ultimi 9 chilometri della Asti – Cuneo e mentre il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore alle Infrastrutture e Trasporti Marco Gabusi scrivevano al ministro dei Trasporti e Infrastrutture Paola De Micheli per sollecitare la nomina dei commissari per il completamento di tre grandi opere strategiche per il territorio tra cui l’ormai celebre nostra autostrada fantasma, non potevano immaginare che presto qualche politico avrebbe cercato di pugnalare alle spalle non tanto loro quanto l’idea di veder completata un’opera ventennale. Che poi il politico in questione sia il senatore Lucio Malan, appartenente allo stesso partito del governatore e cioè Forza Italia non fa che aumentare lo sgomento del langarolo presidente della Regione.

Malan il 20 maggio ha presentato un nuovo esposto alla Corte dei Conti sulla delibera Cipe, che assegna la conclusione dell’opera al gruppo Gavio, con il riconoscimento, se e quando arriverà un nuovo operatore, di un valore di subentro di 1 miliardo e 200 milioni, per le concessioni della Torino- Milano e dell’Asti- Cuneo. E non è il primo esposto di Malan, dato che ne aveva consegnato un altro a dicembre relativamente al dossier eleborato dal precedente ministro Danilo Toninelli.

“Fa bene Cirio ad essere contento che la situazione sembri sbloccata – ha dichiarato Malan – ma la verità è che siamo di fronte a un provvedimento illegale e io devo difendere l’interesse pubblico con gli strumenti che ho. Il nuovo piano finanziario è un regalo vergognoso al concessionario, perché viola la concorrenza nella futura gara, anticipa il capitale alla società concessionaria. In caso di proroga – precisa – la concessionaria avrebbe incassato progressivamente negli anni e invece con il valore di subentro riceve tutto il denaro in una botta sola e non corre alcun rischio d’impresa. Tutti tifiamo per la conclusione di quest’opera, ma il piano approvato dal governo giallo- rosso è troppo vantaggioso per la società: è nella sostanza identico a quello del ministro Toninelli, senza avere il via libera dell’Europa”.

Alla luce di ciò torna ad aleggiare lo spettro dei ritardi che, d’altra parte, sono una costante che ha accompagnato l’opera fin dalla sua nascita. “Non si può ritardare ciò che è fermo – dice al proposito Malan -. Ci sarà sicuramente qualcuno che farà ricorso alla Commissione europea: il gruppo Gavio nel 2003 vinse la gara sostenendo di poter realizzare tutta l’Asti- Cuneo in cinque anni e mezzo, con 380 milioni. Di anni ne sono passati 17, il costo ora supera il miliardo, considerato il valore di subentro e la durata della concessione”.

Sulla vicenda si accende quindi l’ennesima polemica che questa volta coinvolge politici dello stesso partito, dal momento che a Malan ha risposto polemicamente l’altro parlamentare piemontese di Forza Italia, Osvaldo Napoli, che da parte sua dichiara: “La delibera del Cipe dello scorso maggio ha sbloccato, dopo un’interminabile attesa, la situazione dell’autostrada Asti-Cuneo autorizzando il finanziamento degli ultimi 9 chilometri. Tutto fatto per le popolazioni e le imprese di quell’area? Ma neanche per sogno. Perché un esposto presentato alla Corte dei Conti contesta il valore dei lavori deliberati dal Cipe e il valore, in caso di subentro di un nuovo operatore, delle concessioni dell’Asti-Cuneo e della Milano-Torino in 1,2 miliardi di euro. È ovvio – aggiunge Napoli – che la vicenda deve avviarsi, e anche molto in fretta, a una conclusione positiva attesa da popolazioni e imprese. Il presidente della Regione Alberto Cirio è un autorevole esponente di Forza Italia, cioè del ‘partito del fare’, ed è chiamato a onorare quella definizione prendendo oggi un’ulteriore, chiara e forte posizione sulla vicenda che blocca o allunga la conclusione dei lavori. Diversamente, il titolare della concessione, interessato come e più di chiunque altro a concludere l’opera, potrebbe chiedere la risoluzione della concessione. In tal caso, però, per la realizzazione della Asti- Cuneo i tempi diventerebbero biblici”.