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Arriva su e-book il nuovo romanzo di Ermanno Giraudo, Leo e la voce dal mare

12 giugno 2020 | 15:43
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Arriva su e-book il nuovo romanzo di Ermanno Giraudo, Leo e la voce dal mare
Arriva su e-book il nuovo romanzo di Ermanno Giraudo, Leo e la voce dal mare
Arriva su e-book il nuovo romanzo di Ermanno Giraudo, Leo e la voce dal mare

La nostra intervista allo scrittore cuneese, al suo quinto romanzo pubblicato, il primo disponibile in formato elettronico. La casa editrice è Nerosubianco.

In questo periodo di chiusura forzata ci siamo tutti, in qualche modo, abituati a sospendere per un po’ di tempo la nostra vita consueta e tante di quelle cose che prima condivano le nostre giornate. Un settore che è ripartito con grande forza, cercando anche soluzioni lungimiranti, è stato sicuramente quello della cultura, in modo particolare l’editoria.

Così, il 4 giugno, è stato reso disponibile, in formato e-book,  il nuovo romanzo di Ermanno Giraudo, Leo e la voce dal mare (Nerosubianco).  Lo scrittore cuneese ha esordito nel 2011 con il romanzo storico Isacco e le tredici stelle di David (Araba Fenice). Nel 2014 ha pubblicato il romanzo per ragazzi Toni e Katia nel Far West (Primalpe), con illustrazioni di Sara Benecino. Con il romanzo La mosca cieca (Nerosubianco, 2015) è stato finalista all’VIII “Premio letterario nazionale Giovane Holden” di Lucca e vincitore al Terzo Posto del concorso letterario europeo “Premio Wilde 2017”. Nel 2019 ha pubblicato il romanzo Il Proiezionista. Una piccola storia italiana sospesa tra denaro e virtù (Nerosubianco).

Abbiamo fatto alcune domande all’autore.

– È uscito da poco il tuo nuovo romanzo Leo e la voce dal mare. Cosa ci puoi dire della storia?
È un romanzo d’avventura ambientato ai giorni nostri. È la storia di Leo, un ragazzo di tredici anni, svogliato nello studio e disadattato nel paese in cui vive, che tende a saltare la scuola preferendo le passeggiate in solitaria lungo la spiaggia per riflettere e ascoltare la voce che arriva dal mare. Durante una di queste passeggiate gli capita di soccorrere Mehdi, un naufrago, che, dopo avergli raccontato la leggenda dell’anello di re Salomone, prima di morire gli affida una parte di quel gioiello da lui ritrovata e una missione da compiere: cercare Alì, un mercante di tappeti di Goldenburg, vendergli il pezzo di anello e con metà del ricavato aiutare la famiglia di Mehdi a fuggire dalla guerra siriana. Da qui comincia il lungo e avvincente viaggio di Leo verso il nord d’Europa alla ricerca di un uomo, di un anello d’oro, ma soprattutto alla scoperta di se stesso.

– Tema protagonista della vicenda è dunque l’immigrazione. Quanto i fatti accaduti negli ultimi anni nel Mediterraneo hanno influito sullo sviluppo della storia e dei personaggi rappresentati nel libro?
Sul tema dell’immigrazione si fa sempre un gran parlare, dove i punti di vista, a volte troppo sbraitati o superficiali, tendono facilmente a sopraffare quello che è il nocciolo della questione; che i flussi migratori dal sud verso il nord del pianeta ci sono e ci saranno per molto tempo e il tema dell’accoglienza è un problema che riguarda l’intero mar Mediterraneo settentrionale e, a cascata, tutto il continente europeo. Di questo, nel mio libro, ne parlo con la leggerezza, la scioltezza del romanzo d’avventura con protagonista un ragazzo, mantenendo però profondi gli spunti di riflessione. Per esempio l’ambientazione della storia è in due città immaginarie, ma non fantastiche: Palomar, con il suono spagnoleggiante, può essere paragonata a una qualsiasi città di mare del Mediterraneo europeo; Goldenburg, che significa castello dorato, può benissimo essere immaginata come una qualsiasi città del nord Europa, ricco per definizione. Come anche la scelta del cognome di Leo: Pagaro. Una parola composta dalle sillabe iniziali dei cognomi tra i più diffusi in Grecia (Papadopoulos), in Spagna (Garcia) e in Italia (Rossi), proprio per sottolineare che non è importante in che nazione viva. Di fatto vive sul mare e di fatto gli capita di soccorrere un naufrago.

– Sei al tuo quinto romanzo pubblicato. Hai dimostrato di saperti muovere su più generi e più registri: dal romanzo storico, al noir, alle storie per ragazzi. Come spieghi questa varietà di stili e in quale genere ti trovi meglio in fase di scrittura?
Mi piace scrivere romanzi perché nel creare storie ho bisogno di potermi muovere liberamente nello spazio e nel tempo, esigenza che solo lo sviluppo di un romanzo può soddisfare. Il genere non è un problema se è conseguenza di un interesse, di un’ispirazione e di una trama convincente. Deciso il progetto di storia su cui lavorare, stabilito quindi il genere del romanzo che sarà, c’è poi tutta la parte di ricerca e di studio per dare sostanza e rendere suggestiva la dinamica del racconto.

Leo e la voce dal mare è uscito in e-book. È la prima volta per un tuo romanzo. Qual è il tuo pensiero sui libri elettronici e in generale sulla letteratura in digitale?
La scelta di far uscire Leo e la voce dal mare per il momento solo in e-book è stata sicuramente dettata dalla situazione che stiamo vivendo, dove le presentazioni dei libri con la presenza dell’autore sono difficili da organizzare. In accordo con la casa editrice ho quindi approfittato dell’imprevista occasione per sperimentare questo nuovo tipo di distribuzione. In generale penso che i due sistemi, cartaceo e digitale, potranno tranquillamente convivere, con la speranza di ampliare i flussi di lettori, fintanto che le nuove generazioni continueranno ad apprezzare il libro in quanto volume fisico. Da questo punto di vista mi sembra che sia le case editrici per l’infanzia, sia gli insegnanti delle scuole materne stiano lavorando molto bene nel proporre libri per bambini sempre più gradevoli e accattivanti. Questo crea affezione verso “l’oggetto” libro. E gli affetti dell’infanzia restano per sempre.

– Destinatari principali della tua ultima fatica sono senza dubbio i lettori giovani. Qual è il messaggio che vorresti che il romanzo passasse alle nuove generazioni?
Leo e la voce dal mare è un finto libro per giovani/ragazzi. Anche il tipo di scrittura dei primi capitoli dà sicuramente questa errata impressione. In realtà può essere un libro di piacevole lettura per tutti gli amanti del genere avventuroso. Una lettura “estiva”, scorrevole, rilassante, però non banale nei temi affrontati: l’immigrazione appunto, ma anche la dura e faticosa ricerca di se stessi, l’accettazione dell’altro e del diverso. Il messaggio che vorrei passasse ai lettori e alle nuove generazioni è che da soli non si va da nessuna parte. Solo facendo squadra e vivendo insieme, solidalmente, si possono affrontare i grandi problemi dell’umanità. Che sono poi problemi uguali per tutti.