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Un femminicidio che arriva da lontano

23 maggio 2020 | 12:29
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Un femminicidio che arriva da lontano

Mihaela Apostolides, vittima incolpevole di un delitto che, forse, vede anche un’altra vittima, il suo assassino, con un passato tragico alle spalle

Non basta e non serve per giustificare, ma forse aiuta a capire meglio da quanto lontano possa partire una tragedia capace di travolgere un uomo. Parliamo di Francesco Borgheresi, reo confesso dell’omicidio, anche se è meglio parlare, a tutti gli effetti, di femminicidio, compiuto ai danni di Mihaela Apostolides, avvenuto ieri pomeriggio nel piazzale dell’Auchan, a Cuneo. L’uomo, suo malgrado, è stato uno dei protagonisti della vicenda che ha visto al centro la comunità “Il Forteto” di Vicchio, un paese in provincia di Firenze, in cui si verificarono violenze sessuali e maltrattamenti sui minori che vi erano ospitati, vicenda che ha portato a diversi processi conclusi con alcune condanne.

Borgheresi è il figlio di soci fondatori della comunità, dove lui stesso è nato. Il capo del “Forteto”, Rodolfo Fiesoli detto “Il Profeta” è stato condannato per abusi sessuali e maltrattamenti, anche su minori, a 14 anni e 10 mesi, confermati in Cassazione ed è in carcere a Padova. Seguendo le “regole” imposte nella comunità, che prevedevano, tra l’altro, il rifiuto della famiglia d’origine, Borgheresi era stato affidato dalla madre a una “madre funzionale”, Daniela Tardani, che a sua volta è stata condannata a 6 anni e 4 mesi di reclusione con l’accusa di aver portato al “Profeta” i giovani e i minori su cui venivano esercitate delle pratiche sessuali.

Nella comunità Borgheresi è stato fino al compimento dei 20anni. Poi è andato a fare il servizio civile e successivamente ha iniziato la carriera militare. Nel processo contro il Forteto Borghesi ha testimoniato contribuendo a mettere in luce parte di ciò che avvenne al suo interno. La comunità è stata commissariata e recentemente è stata insediata una commissione parlamentare d’inchiesta, per far luce sulla sua quarantennale attività.

Questo è l’ambiente dove è nato e vissuto per vent’anni Francesco Borgheresi, una delle tante vittime di abusi e violenze che sono cresciuti dovendo convivere con un peso così grande per il quale l’Associazione che riunisce gli ex bambini della Comunità chiede risarcimenti e assistenza.

Naturalmente tutto questo non basta per giustificare il crimine commesso ai danni di Mihaela Apostolides, ma forse aiuta a comprendere meglio da quanto lontano arrivi questo dramma ulteriore.