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“Riparti Piemonte” riparte

1 maggio 2020 | 17:32
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“Riparti Piemonte” riparte

La richiesta fatta dal Governo alle Regioni di contribuire alle misure messe in campo dal premier per la Fase 2, attingendo ai Fesr, i Fondi europei per lo sviluppo regionale, ha ritardato il progetto del governatore Cirio

Annunciato dal governatore Cirio il 25 Aprile, il disegno di legge “Riparti Piemonte” si è trasformato in “Aspetta Piemonte”, ma non per colpa dell’esecutivo piemontese. Lo stop è dovuto alla richiesta fatta dal Governo alle Regioni di contribuire alle misure messe in campo dal premier per la Fase 2, attingendo ai Fesr, i Fondi europei per lo sviluppo regionale, che rappresentavano una parte importante degli 800 milioni di euro che il progetto di legge piemontese avrebbe messo sul piatto. “Sarebbero risorse che poi lo Stato restituirebbe nei prossimi anni” fanno sapere da piazza Castello, ma il problema è che i fondi servono adesso.

I tecnici della Regione sono stati messi al lavoro per rimodulare le varie poste, anche perché le iniziali richieste del Governo ammontavano a circa 185 milioni. Così è stata avviata una contrattazione tra la Conferenza delle Regioni e l’esecutivo, e l’accordo che sarebbe stato raggiunto e che è ancora da confermare, prevede che Stato e Regioni si facciano carico in egual misura di quell’importo. Così al Piemonte resterebbero da coprire poco più di 90 milioni che potrebbe arrivare dal Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc). Se così sarà il governatore Cirio dice che “saremo in grado di confermare gli 800 milioni previsti dal ddl Riparti Piemonte”. Per sabato è prevista una nuova giunta in cui il provvedimento dovrebbe ottenere il via definitivo.

In ogni caso va segnalato che nel ddl Riparti Piemonte la Regione va ad attingere 200 milioni dalla sua finanziaria, lasciando un capitale sociale di 156 milioni “che in questo momento non abbiamo intenzione di toccare – spiega l’assessore al Bilancio Andrea Tronzano – perché andremmo a intaccare l’unico polmone finanziario cui potremmo rivolgerci a fronte di eventuali situazioni di emergenza per quest’anno o il prossimo”. Conclude Cirio: “Il mondo non finisce nel 2020, ci aspettano anni duri e non possiamo giocarci oggi tutte le nostre riserve”.

E nella speranza che il mondo non finisca davvero nel 2020 dal Pd arriva una proposta per aumentare le misure economiche da mettere in campo nella Fase 2, per altro già inserita all’interno di una pdl depositata a Palazzo Lascaris: “100 milioni che possono essere attivati subito e ricavati da un lato attraverso la riduzione del capitale sociale di Finpiemonte per misure di rilancio dell’economia e dall’altro attraverso la rimodulazione di fondi europei per il terzo settore e il sostegno alle fragilità” spiegano il capogruppo del Pd Domenico Ravetti e il suo vice Raffaele Gallo.