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Matrimoni combinati per soldi, donna nei guai per favoreggiamento immigrazione

15 maggio 2020 | 12:00
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Matrimoni combinati per soldi, donna nei guai per favoreggiamento immigrazione

Tre matrimoni in sette anni scoperti per un casuale controllo su un marocchino senza dimora hanno messo nei guai una donna 43enne di Dronero, italiana di origine marocchina, accusata di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e falso

E’ stata denunciata dall’Ufficio immigrazione della questura per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e falso, ma non è stata ancora rintracciata, dal momento che da un mese, proprio nel periodo in cui i movimenti erano contingentati in modo più restrittivo a causa del coronavirus, si è resa irreperibile. Si tratta di una donna di 43 anni residente a Dronero, cittadina italiana di origine marocchina.

Motivo della denuncia il fatto che la donna abbia contratto tre matrimoni nell’arco di sette anni con tre uomini diversi, marocchini anch’essi. A far scoprire il tutto è stato un controllo effettuato dalla polizia su uno dei tre uomini che è stato fermato a Madonna dell’Olmo, dove si era nascosto in un casolare, risultando essere senza fissa dimora. Peccato, però, che da un controllo ulteriore effettuato presso l’Ufficio immigrazione, al marocchino è risultata essere intestata una pratica per rinnovo del permesso di soggiorno, nella quale risultava essere sposato con una donna italiana. I controlli successivi hanno permesso di scoprire che la donna era al terzo matrimonio, preceduto da un divorzio a tempo di record dal secondo “marito” e che questo era lo schema che la donna aveva già replicato: matrimonio senza convivenza tra gli sposi, divorzio rapido e nuovo matrimonio, anche questo senza convivenza, il tutto per tre volte.

La donna veniva ovviamente pagata per questa sua “disponibilità” ed è su questo che la questura sta indagando, in attesa di poterla rintracciare. Nella vicenda a essere stati tratti in inganno sono stati anche i “mariti” della donna dal momento che questa rapida successione di matrimoni e divorzi non ha consentito di ottenere il periodo minimo di tre anni per permettere il raggiungimento del diritto alla cittadinanza italiana.