I sindacati contestano la Regione a causa della proroga del Durc

30 maggio 2020 | 15:04
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I sindacati contestano la Regione a causa della proroga del Durc

Lo slittamento a novembre della presentazione del Durc, il Documento Unico di Regolarità Contributiva che attesta la regolarità contributiva nei confronti delle Casse edili viene contestato dai sindacati che si dicono pronti all’impugnazione del decreto Riparti Piemonte

Più che “Riparti Piemonte” sembra di trovarsi di fronte a uno “Scontenta Piemonte”, dal momento che il provvedimento regionale viene continuamente contestato da più parti. All’elenco dei contestatori si aggiungono le segreterie piemontesi di Cgil, Cisl e Uil che stanno valutando la possibilità di impugnare il provvedimento Riparti Piemonte, approvato solo pochi giorni fa dal Consiglio regionale. Oggetto dello scontento sono alcune norme relative all’edilizia che, secondo i sindacati: “rischiano di attirare imprese poco serie negli appalti regionali” a causa della proroga della presentazione del Durc, il Documento Unico di Regolarità Contributiva che attesta la regolarità contributiva nei confronti delle Casse edili.
“È vergognoso – affermano i segretari generali di Cgil Cisl Uil Piemonte, Pier Massimo Pozzi, Alessio Ferraris e Giovanni Cortese – che il provvedimento proroghi la presentazione del Durc a novembre. In edilizia il Durc viene rilasciato nella misura in cui, oltre ai versamenti Inps e Inail, le imprese procedano correttamente agli accantonamenti presso le Casse edili. Tali accantonamenti si riferiscono al pagamento di alcuni istituti contrattuali che attengono al salario, quali: ferie, gratifica natalizia, previdenza complementare, sanità integrativa, formazione e sicurezza. Il provvedimento mette quindi a rischio i salari dei lavoratori”.
“Stiamo valutando l’impugnazione – annunciano – in quanto la materia non rientra fra quelle di esclusiva competenza della Regione e interviene su perimetri già normati dagli ultimi Dpcm. Questo provvedimento rischia di attirare imprese poco serie negli appalti piemontesi, aumentando la possibilità di infiltrazioni della criminalità organizzata e penalizzando gli imprenditori corretti”.