Fase 2 e situazione tamponi

6 maggio 2020 | 17:45
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Fase 2 e situazione tamponi

Icardi, l’assessore regionale alla Sanità, dice che la Fase 2 doveva essere rinviata perché ci sono ancora troppi irresponsabili ma forse, se di ritardi si deve parlare, la direzione in cui guardare è un’altra

L’assessore Icardi, riferendosi alla Fase 2 appena iniziata, dice che ci sono “Troppe persone irresponsabili, la Fase 2 andava rinviata”.

Sicuramente ha ragione, dando anche solo una semplice occhiata in giro, ma forse la Fase 2 andava rinviata anche per altri motivi, per esempio perché molti nuclei familiari sono stati sottoposti al tampone solo in alcuni componenti, quelli risultati positivi, mentre gli altri conviventi, pur sintomatici, si sono fatti l’isolamento per poi uscire liberamente, con il dubbio di essere anche loro positivi. Oppure perché il trenta per cento degli ospiti e del personale delle case di riposo del Piemonte non è ancora stato sottoposto al tampone – e quindi quanti di loro sono positivi e di conseguenza contagiosi? – ed è un numero notevole se si quantificano in circa 40mila gli ospiti e in 13mila i dipendenti delle Rsa. Facendo un rapido calcolo sulla base di quanto fatto finora, per completare i test si deve aspettare la fine del mese e siamo solo al 6 maggio.  E teniamo conto del fatto che i tamponi da effettuarsi sono due, in quanto a un primo negativo ne deve seguire un secondo analogo.

La Regione aveva comunicato di aver eseguito circa 20mila tamponi e al 15 aprile i dati diffusi erano che il 35 per cento degli ospiti e il 23 del personale delle 750 strutture che operano nella regione è risultato positivo. Senza parlare dei decessi tra gli anziani ricoverati, che è l’aspetto principale del problema.

Ma per l’assessore Icardi non c’è stato nessun ritardo da parte della Regione, questo a metà aprile. Ma se le tempistiche e i numeri dei ricoverati e del personale sono quelli che abbiamo riportato, risulta molto difficile parlare di tempestività d’azione.

Se ci trovassimo in una situazione di tempestività operativa, al momento dovrebbero essere effettuati i secondi tamponi, come riferito da Michele Assandri, presidente regionale di Anaste, una delle principali associazioni che rappresentano i gestori delle Rsa, e non il primo.

D’altra parte, nelle Rsa, o almeno in gran parte di esse, risulta molto difficile attuare un isolamento efficace dei casi positivi, per le stesse caratteristiche delle strutture che quando sono state realizzate non si poteva immaginare una situazione epidemica come quella che stiamo vivendo. Nonostante ciò, l’Unità di Crisi ha dato disposizione alle Asl di rivolgersi alle Rsa per chiedere se abbiano a disposizione “dei nuclei vuoti” dove ospitare pazienti positivi. Nelle Rsa  si trovano ricoverati pazienti anziani per i quali l’evoluzione in fase acuta della malattia è rapidissima, spesso in meno di dodici ore. Per questo l’Anaste aveva scritto una lettera al ministro della Salute Speranza e diffidato  il commissario Vincenzo Coccolo dicendo che:

“Vi sollecitiamo a non ridurre le disponibilità dei posti letto all’interno dei reparti ospedalieri dedicati esclusivamente a pazienti Covid, in quanto all’interno delle Rsa piemontesi sono presenti circa 4000 ospiti risultati positivi o con evidenza sintomatologica che devono essere presi in cura dal servizio sanitario regionale per assicurare le cure dovute”.