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Covid-19, fotografia dell’Italia in numeri. Piemonte nelle prime posizioni in tutte le (tristi) graduatorie

4 maggio 2020 | 09:58
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Covid-19, fotografia dell’Italia in numeri. Piemonte nelle prime posizioni in tutte le (tristi) graduatorie

Mortalità più alta in Lombardia. Il coronavirus risparmia sud e isole

Per comprendere la diffusione del contagio da Sars-CoV2 non basta leggere le tabelle messe a disposizione dal Ministero della Salute, che ha realizzato in concerto con la Protezione Civile nazionale una mappa aggiornata in tempo (quasi) reale che tiene conto di numero di casi di infezione, ospedalizzazioni, guarigioni e decessi. Numeri utilissimi ai fini di una ricerca epidemiologica, ma che per essere meglio compresi vanno rapportati tra loro e soprattutto con la popolazione delle singole regioni.

Confrontando il numero di casi complessivi (per omogeneità abbiamo preso quelli del bollettino di ieri della Protezione Civile e dunque i numeri del Piemonte sono leggermente diversi rispetto a quelli che abbiamo riportato ieri e tratti dal bollettino della Regione Piemonte) che si sono registrati con la popolazione delle varie regioni, ad esempio, si può ricavare, in numeri, la percentuale degli ammalati. In testa alla classifica (non certo positiva), c’è la piccola Valle D’Aosta: su 125666 abitanti si sono ammalati in 1133 (0,98%). Segue la Lombardia, con 77002 casi complessivi su 10,06 milioni di abitanti: lo 0,76%. Terzo il Piemonte: 27179 casi su una popolazione di 4,356 milioni (0,62%). A seguire Emilia Romagna (0,58%
); Liguria (0,54%); Marche (0,41%); Trentino (0,39%); Veneto (0,37%); Toscana (0,26%
); Friuli Venezia Giulia (0,25%); Abruzzo (0,23%); Umbria (0,16%); Lazio (0,11%); Puglia (0,10%); Molise (0,09%); Sardegna (0,08%); Campania (0,077%); Basilicata (0,068%); Sicilia (0,064%) e Calabria (0,057%).

Per quanto riguarda la mortalità, si è tenuto conto dei decessi confrontandoli con il numero complessivo delle persone che hanno contratto il Covid-19. Il triste primato, in questo caso, passa alla Lombardia, che con 14189 deceduti su un totale di 77002 casi, è al 18,4 per cento. Anche in questo elenco, ad eccezione delle Marche, seconde con il 14,5 per cento di morti sul totale dei casi, ad occupare le posizioni più alte della classifica sono le regioni del nord Italia. Al terzo posto si piazza infatti la Liguria, con il 14,3 per cento dei morti (1195 su 8312 casi complessivi). Seguono: Emilia Romagna: 14%; Valle d’Aosta: 12%; Piemonte: 11,5%; Abruzzo: 11%; Puglia: 10,2%; Trentino: 10,1%; Friuli Venezia Giulia: 9,6%; Toscana: 9%; Sardegna: 9%; Campania: 8,1%; Calabria: 7,9%; Sicilia: 7,5%; Lazio: 7,4%; Molise: 7%; Basilicata: 6,6%; Veneto: 5,8%; Umbria: 4,9%.

Bisogna poi tener conto dell’incremento dei casi, ovvero di quelli che si sono registrati in più nelle ultime 24 ore (in questo caso dal 1 al 2 maggio). Guardando al numero assoluto, il primato spetta alla Lombardia (con +533), mentre la Liguria è al quarto posto con un +186. Anche in questo caso, però, è necessario confrontare il numero assoluto con quello della popolazione residente. Ecco allora che il maggior incremento si registra in Liguria, con un + 0,012%. Segue il Piemonte, che con 495 nuovi casi è a + 0,011%.  In Lombardia l’incremento è invece dello 0,0053%. Quasi irrilevante anche nelle altre regioni che in termini assoluti registrano un maggior numero di nuovi casi: Emilia Romagna (0,0046%) e Veneto (0,0025%).

Nelle altre regioni italiane, grazie anche al lockdown che ha tenuto per quasi due mesi in casa gli italiani, i numeri sono molto bassi: Lazio (+84); Toscana (+80); Trentino (+49); Puglia (+34); Marche (+23); Sicilia (+19); Friuli Venezia Giulia (+18); Abruzzo (+16); Campania (+15); Valle D’Aosta (+3); Sardegna (+2); Basilicata (+2); Umbria (+1); Molise (+1) e Calabria (0).