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Chi manca all’appello delle riaperture?

18 maggio 2020 | 14:30
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Chi manca all’appello delle riaperture?

Oggi è la giornata della riapertura per molte attività. Un sondaggio condotto da SWG ci segnala, però, che non tutti l’hanno fatto e ci spiega perché

Oggi è San Felice e mai santo potrebbe rappresentare meglio lo stato d’animo dei molti esercenti che questo lunedì hanno rialzato le serrande delle loro attività. Ma quanti sono, effettivamente, quelli che hanno realmente aperto? A rispondere ci aiuta un sondaggio condotto da SWG S.p.a per conto di Confesercenti Nazionale su un campione di imprenditori del commercio al dettaglio e della somministrazione. La risposta è circa 6 su 10 tra negozi, bar e ristoranti lo faranno. Sulla volontà degli altri 4 pesano, invece, incertezze e timori, così riassumibili: “il rebus delle regole di sicurezza”, la “paura del coronavirus” e “soprattutto il timore di lavorare in perdita”.

La ricerca di SWG ha evidenziato che  “gli imprenditori intenzionati ad aprire il 18 maggio sono il 62%, contro un 27% che ha invece già deciso di rimanere chiuso”. La percentuale degli incerti è attestata intorno all’11%. E i motivi per la decisione di rimanere chiusi sono per il 68%  la mancata convenienza dell’apertura, per il 13% i timori legati alla sicurezza, compresa quella che definisce l’incertezza “sulla normativa relativa”; il 13% sostiene di non aver ancora “adeguato il locale e/o l’organizzazione del lavoro alle nuove disposizioni”, anche a causa dei costi necessari.

Nelle varie percentuali considerate nel sondaggio non abbiamo però visto comparire quella più grave e drammatica, quella cioè riferita a coloro che oggi non hanno potuto riaprire semplicemente perché non ce l’hanno fatta, piegati da due mesi di chiusura che li ha costretti a questa scelta estrema.

Per sdrammatizzare segnaliamo che sabato prossimo, 23 maggio, è San Desiderio, con tutto ciò che ne consegue…