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Vlado si è raccontato ai tifosi del Cuneo Volley

27 aprile 2020 | 18:06
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Vlado si è raccontato ai tifosi del Cuneo Volley

Il bulgaro ricorda con gioia il periodo cuneese e infine si rivolge ai giovani atleti

Cuneo. Resta scolpito nella memoria di tutti i tifosi e appassionati cuneesi quell’ultimo punto
messo giù da Vladimir Nikolov il 9 maggio 2010 al V-Day di Bologna che portò finalmente lo scudetto a Cuneo!

Anche durante l’appuntamento dello scorso venerdì 24 aprile, in diretta instagram con #acasacolcampione, il
Campione bulgaro ha ricevuto molti messaggi e domande relative a quella Finale scudetto.

Daniele Vergnaghi ha iniziato l’intervista chiedendo all’ex atleta di raccontare come iniziò a giocare a pallavolo: “Una allenatrice di volley venne nella nostra scuola e selezionò alcuni tra ragazzi e ragazze con altezze interessanti e ci disse di presentarci ad allenamento il giorno dopo. In Bulgaria nell’88-89, vigeva ancora il comunismo e la libera scelta non esisteva, perciò io presi e andai ad allenarmi. Poi mi sono appassionato fino ad arrivare a questo incontro di oggi (sorride scherzoso”.

Alla domanda su quali fossero le differenze di allenamento tra la scuola di pallavolo bulgara e quella italiana, Vlado ha così risposto: “La grande differenza è la quantità di allenamenti; in Italia e Francia si dava importanza alla scuola oltre che allo sport, invece io da quando a 15 anni ho deciso di fare il pallavolista professionista, ho iniziato a fare 10 allenamenti settimanali. Dal punto di vista tecnico non posso dire d’aver allenato qualcosa di diverso, ma sicuramente era raddoppiata la frequenza con cui si facevano gli stessi esercizi”.

Vlado, iniziò a muovere i primi passi nella stessa società di cui oggi è il Presidente, ovvero la
Scuola di Pallavolo del Levski Sofia. Nella stagione appena conclusasi ha fatto da aiuto
allenatore a coach Andrea Burattini con l’Under 19 che ha partecipato al campionato di serie
B, confessando tuttavia che i tecnici cuneesi sono migliori di lui, in quanto lui non possiede la
pazienza necessaria per allenare: « Dal punto di vista tecnico io sono sicuro che gli allenatori di
Cuneo sono molto più bravi di me. Io ho provato ad allenare, non è andata bene e ho smesso. Il
lavoro dell’allenatore è difficile, ci vuole tanta pazienza e io non ce l’ho».
All’inizio della stagione 2009/2010 l’ex pallavolista fu parte importante per la costruzione
della squadra che arrivò a vincere lo scudetto: « Dissi che per vincere bisognava inserire le
persone giuste, partendo da Parodi, giocatore della Scuderia cuneese, ma che era in prestito a
Verona e aveva contribuito anche a battere Cuneo e quasi a estrometterci dalla Coppa. Poi Grbic
era fondamentale al palleggio. Alla fine del mercato Pistolesi fece un azzardo, inserendo in
squadra Mastrangelo, che tuttavia si dimostrò la scelta vincente, perché giocò una stagione
ottima, ad alto livello».

Alla domanda da chi sei corso dopo aver messo quell’ultimo punto verso lo scudetto, Nikolov ha risposto con grande gioia, verso Maya, la moglie: “perché quando si vince significa che si è sofferto e faticato e se per noi era impegno sul campo, per lei a casa da sola con 2 bambini piccoli è stata davvero una grande prova. Quindi com’è finita la partita io sono corso da lei!”.

Vlado ha poi sottolineato di quanto sia stato importante il periodo passato a Cuneo: “Nei 3 anni a Cuneo sono stato felice dal primo all’ultimo giorno! Quando ho capito che il mio corpo non sarebbe riuscito a sostenere il ritmo da opposto di alto livello con 2 partite a settimana e 80 all’anno, non volevo deludere la società e i tifosi e quindi sono partito. Ho scelto una squadra che non facesse Coppe, ma solo campionato con meno carico e minor impegno”.

Durante la diretta è intervenuto anche coach Roberto Serniotti, che allenò Vlado nel periodo francese della sua carriera tra le fila del Tours, chiedendo di raccontare di un allenamento che il bulgaro si ritrovò a fare in mutande: “Praticamente stavamo tornando da una trasferta di 6 giorni, scesi dal treno ci fecero andare immediatamente al palazzetto per un allenamento, ma io non avevo più nessun cambio pulito nel borsone. Siccome eravamo solo noi al palazzetto, mi sono allenato con le scarpe da ginnastica e le mutande, perché l’unica opzione erano i jeans e non sarebbero stati molto pratici”.

L’ultimo ricordo, ma non per questo meno importante, è stato per i Blu Brothers: “Io purtroppo non sono né uno scrittore né un poeta in grado di scrivere tutte le emozioni che mi hanno trasmesso questi tifosi. Sono stati tanti momenti importanti che abbiamo vissuto insieme e dei quali io ho ricordi stupendi. Sicuramente non dimenticherò mai l’accoglienza che mi riservarono quando tornai al palazzetto di Cuneo con Piacenza. Una sensazione indimenticabile! Non smetterò mai di ringraziarvi ragazzi!”.

In conclusione il Responsabile del settore giovanile cuneese ha chiesto quale fosse il consiglio più importante da trasmettere ai giovani atleti: “Come i giovani oggi, anch’io alla loro età mi impegnavo molto in attacco, tantissimo alla battuta e meno a muro, difesa e copertura, ma quello che voglio dire ai ragazzi è che non c’è un fondamentale più importate dell’altro. Se volete diventare giocatori forti e completi dovete fare tutto bene, o per lo meno tutto al massimo delle vostra capacità fisica, tecnica e mentale. Solo così potrete esprimere il massimo del vostro potenziale”.