Videoconferenza dell’Unità di crisi piemontese

11 aprile 2020 | 17:05
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Videoconferenza dell’Unità di crisi piemontese

Videoconferenza dell’Unità di crisi del Piemonte incentrata su diverse tematiche, tra cui quella degli acquisti di materiale sanitario, sotto accusa per i ritardi rilevati nell’effettuarli

La videoconferenza dell’Unità di crisi di oggi è stata anche l’occasioneper parlare della gestione degli acquisti del materiale sanitario per la quale, secondo Antonio Rinaudo, magistrato in pensione e ora responsabile dell’ufficio di coordinamento legale dell’area giuridica della struttura, la Regione ha evitato che fossero perpetrate delle truffe alla sanità pubblica.

Rinaudo ha respinto le critiche sui ritardi negli approvvigionamenti: “ Da quando sono entrato in questa unità di crisi ritengono che le critiche ricevute siano fondate sulla sabbia. O le accuse hanno riscontri oggettivi o si parla a vanvera. Noi veniamo invece attaccati sulle voci, sui pettegolezzi, sulla non conoscenza della materia”. Gli acquisti – per l’ex magistrato – necessitano di “indagini lunghe e articolate per capire con chi si parla. Altrimenti i rischi sono concreti”. Per suffragare quanto detto Antonio Rinaudo ha citato il caso di “un italiano che si è proposto di fare l’intermediario in Cina per procurarci del materiale. Chiedeva un pagamento all’ordine significativo. Gli ho detto assolutamente no e ho attivato subito le indagini nei suoi confronti”. Sempre l’intermediario, ha tirato in ballo una società americana, che ai successivi accertamenti avviati da Rinaudo risultava che “aveva sede in un sottoscala dove c’era una palestra e l’amministratore delegato era bodyguard. Vi rendete conto di come siamo costretti a operare e con quali cautele? In altre Regioni la fretta e l’urgenza di acquistare materiale ha portato anche a sonore truffe”.

All’inizio della videoconferenza Vincenzo Coccolo, commissario straordinario per l’emergenza coronavirus in Piemonte ha sottolineato che “Nell’emergenza si fa l’impossibile per risolvere i problemi, ma purtroppo non si fa mai abbastanza. Per quanto ci si impegni, è impossibile risolvere tutti i problemi, ma l’impegno dell’Unità di crisi è costante e i risultati ci sono”.
“Ci sono state critiche all’operato dell’unità di crisi – ha aggiunto Roberto Testi, presidente del Comitato tecnico scientifico -. Una emergenza come questa nessuno se la poteva immaginare, si è dovuto adattare strategia giorno dopo giorno. Sono arrivate critiche che mi hanno fatto male, perché arrivate da colleghi medici dai quali non me l’aspettavo. Ci siamo sentiti colpiti alle spalle da chi avrebbe dovuto essere con noi a combattere”.