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Transumanza con mascherine? L’importante è poter continuare a svolgere il nostro lavoro

20 aprile 2020 | 18:05
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Transumanza con mascherine? L’importante è poter continuare a svolgere il nostro lavoro
Transumanza con mascherine? L’importante è poter continuare a svolgere il nostro lavoro
Transumanza con mascherine? L’importante è poter continuare a svolgere il nostro lavoro
Transumanza con mascherine? L’importante è poter continuare a svolgere il nostro lavoro
Transumanza con mascherine? L’importante è poter continuare a svolgere il nostro lavoro

La nota positiva è che nonostante manchi ancora del tempo chi è coinvolto in prima persona sappia già in quale direzione muoversi

Cuneo. L’agricoltura è uno dei settori che non si è fermato in questo periodo di emergenza sanitaria.

Era importante anche per i margari capire come organizzarsi per quanto riguarda il trasferimento delle mandrie in alpeggio che vede coinvolte più di una persona.

L’associazione Adialpi (Associazione difesa alpeggi Piemonte) si è quindi fatta portavoce con la Regione in materia. Ecco la risposta da parte della Regione Piemonte diffusa lo scorso 17 aprile da Adialpi: “Con una comunicazione della Direzione regionale della sanità piemontese vengono precisate importanti indicazioni circa gli spostamenti a piedi di mandrie verso pascoli e alpeggi. Si rileva che possono verificarsi casi in cui viene coinvolto un numero di persone non coerente con le disposizioni relative alle limitazioni di spostamenti e assembramenti legate all’emergenza Covid-19 (spesso è necessario il coinvolgimento di operatori che collaborano con il proprietario-detentore per mantenere gli animali sulle sedi stradali, con spostamenti tra diversi Comuni). A tale proposito è stata sentita per le vie brevi l’Unità di crisi regionale la quale, per quanto di competenza, non ha posto condizioni ostative agli spostamenti in oggetto, purché:
sia assicurata la distanza interpersonale di almeno due metri tra le persone che collaborano allo spostamento degli animali;
le persone che collaborano allo spostamento degli animali siano dotate di mascherine;
il proprietario o il detentore degli animali dia avviso preventivo dello spostamento ‘a piedi’ alle forze dell’ordine territorialmente competenti per il tragitto percorso” (su quest’ultimo punto, poi, viene considerato anche il rispetto delle norme e delle ordinanze sui vari territori).”

La nota positiva è che nonostante manchi ancora del tempo alla tradizionale transumanza chi è coinvolto in prima persona sappia già in quale direzione muoversi.

A tal proposito abbiamo contattato la famiglia Dao Ormena che in estate raggiunge l’alta Valle Maira, Elva, la figlia Silvia si è fatta portavoce e ci ha confidato: “Sicuramente avere delle disposizioni comportamentali con largo anticipo, 1 o 2 mesi prima della salita ai monti, un po’ ci stupisce ma soprattutto ci fa capire come dovremo attrezzarci per non dover rinunciare alla salita agli alpeggi. In questo periodo di emergenza sanitaria ci stavamo chiedendo in tanti se la vacanza estiva delle nostre mandrie sarebbe stata permessa o meno e adesso che ne abbiamo conferma non possiamo che adattarci come tutti del resto. Certamente sarà strano respirare la prima boccata d’aria fresca di montagna attraverso la mascherina e dover camminare e lavorare più distanti, ma diciamo che quest’ultimo aspetto lo stiamo già sperimentando nelle nostre stalle in pianura. Portare avanti il nostro lavoro, che fortunatamente in queste settimane non ha subito interruzioni, e le nostre tradizioni in tempi di Covid-19 è una conquista non da poco.”

Andrea Colombero di Moiola invece si dirigerà in Francia oltre il Colle della Lombarda a Mollieres: “Partiamo da un punto fondamentale: già il fatto che la transumanza sia stata “autorizzata” è importantissimo perché se non altro toglie tutti i dubbi a chi si sarebbe trovato ad affrontare questo momento che ormai si avvicina e non sarebbe immaginabile prorogarlo di settimane se non magari mesi. Detto questo da addetto ai lavori dopo essermi informato un po’ posso dire che ci saranno alcune difficoltà oggettive nell’applicare alla lettera ciò che ci è richiesto (mascherine, distanze…) norme che non discuto perché tanto ormai valgono per tutti però se posso fare un esempio seguire una mandria a piedi per più ore sotto il sole di giugno con la mascherina è un po’ come immaginare di affrontare una corsa podistica con la stessa, oppure per quanto riguarda le distanze è come chiedere di giocare una partita di calcio restando tutti distanziati di un metro… perché durante uno spostamento di una mandria può anche capitare che ci siano azioni da compiere in cui il distanziamento risulta difficoltoso… ripeto la legge è questa e cercheremo di rispettarla. Questo per quanto ci viene detto poi però ci sono una serie di problemi logistici non chiari con l’attuale stato di restrizioni per esempio quando si movimenta una mandria o un gregge spesso capita che sia necessario un numero di persone adeguato a quello spostamento che quindi non comprendano soltanto il proprietario e la sua famiglia, in questo caso mi domando se chi si muoverà di casa per portare aiuto sarà giustificato a farlo o meno? Ad oggi io non l’ho ancora capito.
Vorrei concludere con una riflessione, abbiamo affrontato tutti una crisi sanitaria diciamo inaspettata in cui come prima soluzione per arginare il problema ci è stato chiesto l’isolamento il distanziamento e lo capisco, tutto questo serviva per cercare di limitare l’epidemia e per dare tempo a stato/sistema sanitario/scienza di organizzarsi e trovare delle soluzioni, io mi chiedo ora che di tempo ne è passato un po’, uno stato che deve garantire la salute dei cittadini non può soltanto chiederci di usare atti precauzionali restrittivi ma per chi ha continuato a lavorare, per quelle attività che pensano di ripartire in qualche modo sarebbe anche ora di cominciare a fornire degli strumenti per farlo in sicurezza, sento parlare ad esempio di test sierologici rapidi o tracciabilità di casi che hanno avuto contatti con persone infette… io credo che nel mio interesse e di chi dovesse venire ad aiutarmi a fare la transumanza preferirei avere una qualche garanzia che magari siamo tutti presumibilmente sani e se uno o più, magari io stesso avessimo coscienza di non essere tali potremmo prendere provvedimenti piuttosto invece che ritrovarci a lavorare insieme nel dubbio di essere tutti potenziali contagiatori.”

La transumanza, dichiarata a fine 2019 dall’Unesco “patrimonio culturale immateriale dell’umanità”, seppur con qualche modifica nel suo aspetto si manterrà come da tradizione.