Falla tamponi 2 |
Regione Piemonte
/
Sanità
/

Raviolo se ne va, ma la falla nei tamponi resta e peggiora

20 aprile 2020 | 14:40
Share0
Raviolo se ne va, ma la falla nei tamponi resta e peggiora

Il dottor Raviolo torna ad occuparsi del 118, lasciando l’Unità di Crisi regionale, ma molti problemi restano aperti, a cominciare dalla mancata effettuazione di tamponi a molte persone in isolamento domiciliare

Prima di parlare delle polemiche che hanno portato il dottor Mario Raviolo ad abbandonare il suo ruolo all’interno dell’Unità di Crisi vogliamo tornare su un argomento molto più importante.

In questi giorni si è parlato molto della necessità di far effettuare i tamponi alle persone costrette all’isolamento domiciliare che, insieme alla situazione in case di riposo e Rsa, rappresentano due aspetti nevralgici relativi al contenimento del contagio. Avevamo già segnalato il caso della famiglia con due componenti a cui era stato effettuato il tampone e la terza persona che, nonostante i conviventi fossero risultati positivi e lei stessa avesse accusato gli stessi sintomi, non era stata sottoposta al tampone nonostante, a specifica richiesta, la stessa Unità di Crisi, nelle parole del dottor Roberto Testi, lo avesse ritenuto necessario. Dopo l’articolo abbiamo ricevuto molte altre segnalazioni simili e ne riportiamo una, per far comprendere che esiste un problema che non è ancora stato affrontato dall’Asl o da chi deve farlo.

Una nostra lettrice ci ha raccontato che il marito è stato ricoverato per Covid 19 e a lei e ai figli  è stato imposta, come prassi, essendo conviventi con persona risultata positiva, la domiciliazione fiduciaria di 15 giorni. Lasignora riferisce di aver richiesto più volte di poter eseguire il tampone, visto che lavora in un’azienda che è rimasta operativa ma le è sempre stato risposto che nel suo caso non era previsto.  Dopo i 15 giorni di isolamento ha potuto rientrare in ufficio, ma senza avere la certezza di non essere positiva.

Allora, si discute sulla necessità di poter effettuare test sugli asintomatici per riuscire a scoprire eventuali positivi e poi, quando ci sono persone che dichiarano di vivere in un contesto familiare a rischio, non vengono sottoposte a tampone, nonostante la stessa Unità di Crisi dica che si debbano eseguire. E’ una falla evidente nel sistema ed è meglio che qualcuno si decida a intervenire, fosse solo per dare una motivazione razionale alla mancata effettuazione dei tamponi nei casi che riferiamo, anche in previsione della tanto discussa Fase 2 dell’emergenza.

A questo punto torniamo alle polemiche, che non mancano mai, perché alla fine, travolto da quelle relative al rifiuto dei rinforzi medici e infermieristici da parte della Protezione civile e anche in seguito ai rapporti con i medici e i loro sindacati, che definire tesi è un eufemismo, Mario Raviolo, responsabile dell’emergenza regionale torna ad occuparsi del 118, lasciando l’Unità di Crisi. Questo per la cronaca, ma sullo sfondo di questa vicenda resta però il fatto che la nostra regione è la seconda, dopo la Lombardia, per numero di casi positivi e di decessi, che si sono registrate situazioni assurde come le perdite delle mail dei medici di base che segnalavano i loro pazienti potenzialmente positivi, oppure quella altrettanto grave dei tamponi eseguiti in diverse case di riposo e svaniti nel nulla, tutti fatti che sono imputabili al complesso della catena di comando e non a un uomo solo.

In ogni caso a Raviolo non sono certamente giovate le critiche che avevano già portato alla richiesta di rimuoverlo dal suo incarico così come non hanno aumentato il suo grado di simpatia gli atteggiamenti assunti, la poca volontà di collaborare con i medici, che ha definito incompetenti, e quel pizzico di arroganza dimostrata. Un esempio? A un collega giornalista che in una videoconferenza dell’Unità di Crisi chiedeva notizie della situazione alla casa di riposo di Villanova Mondovì, Raviolo ha detto di non aver risposto alla sua telefonata per richiedere chiarimenti perché aveva di meglio da fare… Questo fine settimana, forse comprendendo che il suo percorso nell’Unità di crisi era giunto al termine, il dottor Raviolo aveva annunciato di lasciare il suo ruolo.

Alla fine, speriamo che le polemiche vengano lasciate da parte e che anche l’arrivo dell’ex ministro Fazio possa contribuire a far funzionare meglio tutto l’apparato regionale dedicato alla gestione dell’emergenza, magari iniziando proprio dalla questione dei tamponi.