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Quando arriveranno nelle nostre case le mascherine della Regione?

28 aprile 2020 | 13:19
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Quando arriveranno nelle nostre case le mascherine della Regione?

Dal 4 maggio inizierà la distribuzione delle mascherine acquistate dalla Regione ma i tempi di consegna nelle case dei piemontesi si annunciano lunghi

Che la distribuzione delle mascherine, 5milioni, acquistate dalla Regione, inizi a partire dal 4 maggio è probabile ma la consegna alla popolazione avrà inevitabilmente tempi lunghi a causa delle modalità con le quali avverrà. Il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore alla Protezione civile Marco Gabusi hanno inviato una lettera a tutti i sindaci e le prefetture del Piemonte segnalando la procedura seguita.:“Il piano di smistamento prevede la consegna delle mascherine entro un mese in tutti i Comuni, distribuendole in un’unica tranche a quelli piccoli e in diverse tranche agli altri”. Poi saranno i sindaci a decidere le modalità di distribuzione, magari avvalendosi dei volontari della Protezione civile oppure della disponibilità di Poste italiane che potrebbe mettere le mascherine nelle buche delle lettere degli utenti. I tempi più rapidi nella distribuzione saranno certamente quelli che riguardano i piccoli centri, mentre nelle città più densamente popolate l’operazione chiederà più tempo, per cui non è avventato prevedere che il tutto potrebbe completarsi entro giugno.

Il tema della distribuzione delle mascherine è stato affrontato nella discussione di ieri in una quarta commissione nella quale si sono registrate delle dure reazioni da parte delle opposizioni. “Continuano a mancare i tamponi e il sistema regionale non esce dalla crisi di gestione dei dati in cui si trova dall’inizio dell’emergenza e per quanto riguarda i dispositivi di protezione non abbiamo avuto i chiarimenti richiesti”, è stata l’osservazione del consigliere del Pd Daniele Valle che ha insistito sul fatto che “suona incredibile aver inizialmente affidato alla sola Asl To3, diretta dal coordinatore sanitario dell’Unità di Crisi Flavio Boraso, il compito di garantire gli approvvigionamenti per tutto il sistema piemontese, ed aver coinvolto Scr, struttura con professionalità ad hoc, solo a metà marzo, a emergenza conclamata”. La conclusione di Valle è stata un’accusa contro “una catena di ritardi per cui oggi siamo ancora in affanno per quello che concerne le forniture di guanti e camici, non si stanno distribuendo le mascherine ai pazienti in isolamento domiciliare, nonostante sia previsto dai disciplinari”.

Anche il capogruppo di Luv Marco Grimaldi è intervenuto sul tema, con un’interrogazione urgente nella quale chiede: “le mascherine Miroglio non erano certificate ma, come ha dichiarato l’assessore Luigi Icardi, sono state distribuite lo stesso per uso sociale e addirittura nelle Rsa. A chi sono arrivate esattamente? Sono state distribuite anche ai presidi sanitari e ai medici? Come sono avvenute le certificazioni? Quanto sono costate queste mascherine? Dopo la vicenda delle Miroglio, quante mascherine sono state distribuite nelle Rsa? ll comitato scientifico e le Asl hanno riconosciuto questa assenza di Dpi fra le ragioni del contagio in quelle strutture?”.

La risposta in commissione è arrivata dall’ assessore Gabusi che ha confermato che i dispositivi prodotti da Miroglio non avevano la certificazione per uso sanitario e che la scelta dell’assessore Icardi è stata, “in una fase in cui mancavano le mascherine chirurgiche”, di dare comunque le prime 30mila Miroglio lavabili alle Rsa. Solo dopo una settimana sarebbero arrivate le mascherine adeguate.

In ogni caso e per precauzione, in attesa di capire entro quando saranno disponibili le mascherine regionali, è meglio continuare a procurarsi questi dispositivi da soli, sempre nella speranza di non incappare nei soliti approfittatori della situazione, pronti a fare la “cresta” sul prezzo di vendita.