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Per Anaao-Assomed non siamo pronti per la Fase 2

26 aprile 2020 | 16:45
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Per Anaao-Assomed non siamo pronti per la Fase 2

Non siamo ancora pronti a una gestione in sicurezza della Fase 2. E’ quanto, in sintesi, sostiene il sindacato dei medici Anaao-Assomed, che elenca le criticità in una lunga lettera

Il sindacato dei medici Anaao-Assomed esprime la sua preoccupazione in merito alla Fase 2 dell’emergenza, ritenendo la situazione del Piemonte non ancora tale da poter agire in sicurezza nell’immediato post crisi, specie alla luce del fatto che la nostra regione è arrivata a detenere il non lusinghiero primato di essere la prima in Italia per numero di positivi al covid-19 rapportato alla popolazione totale. Ecco la lettera con la quale vengono spiegate le ragioni dei medici.

FASE due: siamo sicuri?

La cosiddetta fase due ci preoccupa, e molto.

Perché il rischio è che alla fase 2 coincida il picco 2. Che potrebbe essere peggiore del picco 1.

In Piemonte i contagi stanno scendendo, lentamente. Questo lo si vede dalla riduzione della pressione sui ricoveri in ospedale. Per esempio, sono stati chiusi al S. Luigi un reparto COVID a bassa intensità e una RIA COVID, al Maria Vittoria un reparto COVID, due al Giovanni Bosco sono tornati “puliti”.

Il numero dei decessi rimane alto, ma incidono i casi nelle RSA che sono focolai numericamente importanti ma circoscritti. Il numero dei contagi non scende, ma si stanno facendo più tamponi. Il che comunque evidenzia che la diffusione del virus all’inizio dell’epidemia è stata molto, molto più grave di quella stimata.

Insomma, il contagio pare attenuato e gli sforzi della popolazione, da settimane in lockdown, non sono stati vani.

Se ci fosse un piano chiaro e certezze, potremmo forse pensare davvero alla fase 2.  Ma mancano, come manca una chiara definizione dei ruoli.

Le criticità che sono indispensabili risolvere prima di pensare a una riapertura delle attività sono:

In sintesi: oggi non siamo pronti. Siamo ben lontani dall’essere pronti.

Il dott. Raviolo, gli va dato merito, all’inizio dell’epidemia chiese fortemente la zona rossa. Quella scelta, da noi pubblicamente sostenuta e richiesta a gran voce, evitò una situazione ancora peggiore. Ora si pensa di riaprire. Sapranno i decisori essere altrettanto lucidi, come quando si invocò la zona rossa? Chiediamo ancora una volta che le priorità di salute della popolazione siano messe davanti a tutto, e che si riapra solo se si è in grado di evitare una nuova ondata di contagi e di morti.

La Segreteria Regionale  Anaao Assomed Piemonte