L’Ordine dei medici sulle mascherine

6 aprile 2020 | 08:27
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L’Ordine dei medici sulle mascherine

Mentre da mercoledì 8 saranno obbligatorie le mascherine e i guanti per il personale addetto alla vendita, come deciso dal governatore Cirio, l’Ordine dei Medici della provincia di Cuneo scrive ai sindaci per fare chiarezza sull’uso di questi dispositivi

Mascherine sì, mascherine no, l’argomento è dibattuto quotidianamente e allora l’Ordine dei medici della provincia di Cuneo nei giorni scorsi ha inviato un appello a tutti i sindaci della Granda nel tentativo di far chiarezza sull’argomento e affinché sensibilizzino i loro cittadini sulla necessità di utilizzare sempre le mascherine.

È di questi giorni un alternarsi di comunicazioni con disomogeneità di informazioni date alle cittadinanze dei singoli Comuni in materia di utilizzo delle mascherine (intese in questo contesto come le classiche mascherine chirurgiche o quelle in tela riutilizzabili che – in grave carenza delle prime – molte realtà imprenditoriali stanno producendo). Anche la Regione Piemonte ha deciso nella giornata di sabato 28 marzo  l’invio di 65.000 mascherine ai Comuni piemontesi. A fronte delle disparità di recepimento di queste facilitazioni, complice forse anche la mancanza di univoche e semplicissime indicazioni all’uso corretto dei mezzi di protezione fornite da chi dovrebbe averne assoluta conoscenza, lo scrivente Ordine dei Medici-Chirurghi Odontoiatri della Provincia di Cuneo rivolge alle SS.LL. un accorato appello.

È ben vero che – citiamo da comunicati ufficiali forniti alla popolazione – “…le mascherine che oggi si possono reperire in commercio non sono in grado di eliminare totalmente i fattori di rischio…” e che la priorità, speriamo solo ancora per pochi giorni, sia data agli operatori sanitari e strutture. MA, come fin dai primi giorni questo Ordine aveva già diffuso in un comunicato al pubblico, OGGI l’invito è quello – RIVOLTO A TUTTI I CITTADINI – di INDOSSARE SEMPRE E COMUNQUE LA MASCHERINA NEI LUOGHI PUBBLICI.

Questo non è assolutamente da intendersi vicariante le altre MISURE DI CONTENIMENTO che appoggiamo pienamente, al punto che ne siamo stati promotori invocandole pubblicamente molto prima che diventassero un obbligo governativo. Certamente OGGI le misure restrittive con la riduzione al minimo degli spostamenti da casa hanno maggiore importanza, ma un domani (che speriamo il più vicino possibile) l’indossare TUTTI la mascherina dovrà diventare la regola se non un’imposizione. E dovrebbe esserlo già oggi negli esercizi commerciali, in particolare di generi alimentari. È pensabile che chiunque alberghi in modo asintomatico il virus possa tossire, sternutire o respirare in prossimità dei generi alimentari? La risposta appare ovvia. Ai fini di protezione, nel lungo periodo le mascherine in tela riciclabili potranno andare bene; l’importante è che abbattano il rischio di diffondere il virus, e saranno lavabili/riutilizzabili per un certo periodo.

Per fare definitiva chiarezza sull’argomento ed evitare utilizzi impropri dei presidi, dobbiamo ricordare che la mascherina chirurgica (o quella di stoffa di analoga protezione) NON SERVE A PROTEGGERE SE STESSI DAL CONTAGIO MA SOPRATTUTTO SERVE PER CERCARE DI NON DIFFONDERE IL VIRUS QUALORA SI FOSSE PORTATORI, magari in assenza di sintomi, consapevoli altresì, come numerosi studi scientifici confermano, che lo stesso virus può permanere sulle superfici (cibi compresi) per diverso tempo. Risulta pertanto evidente che dotare di mascherine i soggetti più fragili o gli “operatori dell’emergenza” pensando di proteggerli purtroppo è un atteggiamento che scientificamente non ha alcun fondamento perché questi ultimi possono essere contagiati a causa di altri soggetti portatori di “COVID 19″ che non si proteggono, ovvero non impediscono a se stessi di contagiare gli altri (ovviamente involontariamente).

Avendo cognizione di ciò non può essere che inevitabile e imprescindibile, anche per ogni tipologia o livello di Autorità, concorrere a promuovere tutte le forme possibili di contenimento della diffusione del contagio, compresa la stretta sorveglianza sulle misure – già in atto e al momento insostituibili – di contenimento della popolazione, che rappresentano la più importante e categorica forma di prevenzione all’epidemia. Ritenere che “l’obbligo” all’utilizzo allargato della mascherina possa essere interpretato come un alibi all’allentamento delle misure di contenzione, sarebbe come ammettere la nostra incapacità, come Medici ed Amministratori, di saper tutelare al meglio la salute individuale e collettiva, e di saper comunicare efficacemente alla Cittadinanza il razionale alla base delle scelte che le si propongono. Quello di fare queste scelte, in campo medico, è nostro preciso compito deontologico, così come quello di informare correttamente. E altrettanto crediamo lo sia tra i doveri che la Vostra carica istituzionale impone: anche ai Sindaci è demandato il compito di tutela della salute pubblica.

Per questi motivi lo scrivente Ordine vi chiede rispettosamente (ma forti delle evidenze scientifiche sin qui accreditate) ma FERMAMENTE di voler accogliere il nostro invito nelle forme che vi saranno consentite e nella autonomia che la Legge vi riconosce. Sempre con la capacità e l’umiltà di saper osservare cosa stanno facendo ADESSO (e anche prima, se guardiamo col senno di poi) nei Paesi orientali. TUTTI i cittadini circolano ovunque indossando la mascherina. In quelle Nazioni le epidemie le hanno conosciute e non si sono creduti intoccabili e invincibili come noi Occidentali. Una volta passato il picco dei contagi, per MESI e MESI potranno esserci contagi di “ritorno”, per cui la MASCHERINA dovrà diventare un accessorio senza il quale non si dovrà interagire con gli altri. Purtroppo, piaccia o meno, questo è lo scenario con cui dovremo confrontarci in un futuro più o meno lungo. Saremo quindi estremamente grati alle SS.LL. se vorranno accogliere con lungimiranza questo appello e farsi tramite di questo che riteniamo un mezzo semplice ma imprescindibile per evitare per quanto possibile il riaccendersi dei cosiddetti contagi “di ritorno” che inevitabilmente si verificheranno (anche in questo la provincia dell’Hubei ci insegna) nel momento in cui si dovranno necessariamente allentare le misure di contenimento sociale.

Lo scrivente Ordine dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Cuneo inizierà da oggi una campagna (con manifesti, inserzioni e articoli sulla stampa locale) per iniziare a sensibilizzare la Cittadinanza su questo tema.

Il vicepresidente dell’Ordine dei medici di Cuneo
Dr. Claudio Blengini