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Le regole della privacy nel tracciamento dei dati con App

30 aprile 2020 | 14:58
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Le regole della privacy nel tracciamento dei dati con App

Nella Fase 2 saranno utilizzate delle App per valutare alcuni aspetti del nostro vivere sociale, nell’ottica di tenere sotto controllo il coronavirus e parallelamente sono necessarie delle regole chiare a difesa della privacy

La bozza di un decreto sulle intercettazioni che era all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di ieri sera contiene anche le regole previste per il tracciamento dei contatti in funzione anti-Contagio da Coronavirus tramite app.  Il decreto si occupa anche delle misure in materia di ordinamento penitenziario e, come detto, della tutela dei dati personali in relazione alla app Immuni. Il sistema sarebbe finalizzato a rilevare i contatti “stretti” tra coloro che hanno installato la app “su base volontaria”. I dati relativi dovranno essere resi “anonimi” o, se non è possibile, “pseudonomizzati” cioè dovranno essere usati degli pseudonimi, mentre è esclusa la geolocalizzazione.

L’utilizzo dell’app per il tracciamento del coronavirus e i relativi dati cesseranno entro il 31 dicembre 2020, così come la piattaforma istituita presso il Ministero della Salute in coordinamento con la Protezione Civile, l’Iss e le strutture sanitarie pubbliche e private “per gli ulteriori adempimenti necessari al tracciamento dei contatti e per l’adozione di correlate misure di sanità pubblica e di cura”.

I dati raccolti attraverso l’applicazione non possono essere utilizzati per finalità diverse da quella del tracciamento “salva la possibilità di utilizzo in forma aggregata o comunque anonima, per soli fini statistici o di ricerca scientifica”. Il Ministero, inoltre, adotta “misure tecniche e organizzative idonee a garantire un livello di sicurezza adeguato ai rischi elevati per i diritti e le libertà degli interessati, sentito il Garante per la protezione dei dati” e che “diritti degli interessati possono essere esercitati anche con modalità semplificate”.

La piattaforma del Ministero della Salute, infine, è “realizzata esclusivamente con infrastrutture localizzate sul territorio nazionale e gestite da amministrazioni o enti pubblici o in controllo pubblico”. Il sistema di tracciamento “dovrà tenere in considerazione l’evoluzione di sistemi internazionali oggi ancora non completamente definiti, in particolare i modelli annunciati da Apple e Google, su cui la soluzione italiana si baserà”. La ministra dell’Innovazione, Paola Pisano, ha spiegato che si lavora ad un’app “unica a livello nazionale e interoperabile anche a livello europeo”.

Il gruppo incaricato di valutare le offerte per l’app di tracciamento nella conclusione del suo lavoro ha identificato “due soluzioni, ‘Immuni’ e‘Covid App’, come maggiormente idonee per essere testate in parallelo al fine del contrasto all’emergenza Coronavirus. La task force ha poi evidenziato che l’applicazione ‘Immuni’ dal punto di vista tecnico fosse quella più avanzata e più vicina alla visione Ue che stava nascendo in quel momento”. Questo quanto dichiarato dalla ministra dell’Innovazione, Paola Pisano, in audizione in commissione Lavori pubblici al Senato.

Ma non è finita qui, perché un’App tira l’altra e così se ne sta studiando una per eliminare le code al supermercato e un’altra che possa aiutare a rispettare le distanze nei mezzi pubblici.