Le mascherine del premier Conte

Ci lamentiamo della confusione che si è generata intorno alla gestione dei tamponi, ma poi comprendiamo che la disorganizzazione in questa emergenza sanitaria regna sovrana, anche di fronte a fatti meno critici. L’esempio è quello, se vogliamo banale, del prezzo delle mascherine che il premier Conte, nella sua abituale, ormai, conferenza stampa virtuale, nella quale punteggia il nostro orizzonte di paletti da rispettare, ha annunciato essere stato calmierato a 0,50 euro per contrastare il mercato al rialzo che si è scatenato intorno a questo dispositivo. E oltre a ribadire i 0,50 euro Conte ha precisato che il prezzo è esente Iva.

Salvo poi avere la sorpresa dal Decreto che fissa i propositi del premier, passaggio obbligato per ogni minima decisione, nel Paese della burocrazia, dove l’Iva è conteggiata, eccome, ed è al 22% per cui il prezzo unitario finale delle mascherine è di 0.61 euro e non 0,50.

Bastava dirlo subito, no? Ripetiamo, è sicuramente una banalità, ma di questi tempi è meglio evitare ogni confusione, anche piccola, perché altrimenti si fiacca la già scarsa fiducia degli italiani nella politica, perché il pensiero è che se non si riesce ad essere chiari su un dispositivo del costo di 0,50 euro + Iva, come lo si può essere sui tamponi, reagenti, test immunologici, vaccini, Unità di Crisi e quant’altro?