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L’associazione provinciale delle case di riposo interviene sulla gestione dell’emergenza

18 aprile 2020 | 17:20
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L’associazione provinciale delle case di riposo interviene sulla gestione dell’emergenza

Silvio Invernelli, presidente dell’associazione provinciale cuneese case di riposo interviene “In merito alle notizie che si susseguono sui media in questi giorni, in riferimento alla gestione dell’emergenza covid-19 nelle case di riposo, come e a nome delle residenze per anziani, desidero fare qualche puntualizzazione in merito alla reale situazione in atto

Un comunicato stampa per chiarire la gestione dell’emergenza covid-19 nelle residenze per anziani. E’ la via seguita da Silvio Invernelli, presidente dell’associazione provinciale cuneese delle case di riposo che interviene così su un tema sul quale si dibatte molto sia a livello locale che regionale.

 “In merito alle notizie che si susseguono sui media in questi giorni, in riferimento alla gestione dell’emergenza covid-19 nelle case di riposo, come presidente dell’associazione provinciale cuneese case di riposo e a nome delle residenze per anziani, desidero fare qualche puntualizzazione in merito alla reale situazione in atto.

Si deve sapere prima di tutto, che la maggior parte delle case di riposo aveva intrapreso azioni di prevenzione (quali chiusure delle strutture agli esterni e isolamenti di casi sospetti) ancor prima dell’emanazione dei DCPM e dei decreti della Regione Piemonte. I direttori delle strutture, poi, si erano adoperati in ogni modo – e continuano a farlo – per acquisire dispositivi di protezione individuali, purtroppo mai consegnati perché bloccati alla dogana, probabilmente per essere distribuiti alle strutture ospedaliere e alla protezione civile. Le residenze per anziani si sono così dovute ingegnare: alcune si sono procurate mascherine costruendole artigianalmente, grazie magari all’aiuto di parenti e volontari. In data 6 aprile, l’associazione stessa, a nome di 63 strutture della provincia, richiedeva ai tavoli di crisi i dispositivi di protezione individuali e i tamponi necessari per affrontare l’emergenza e in seguito continuava a sollecitarli: fino a ora, non ci sono pervenute risposte in merito. L’associazione, inoltre, insieme a molte case di riposo si è adoperata per l’acquisto e lo sdoganamento dei dispositivi di sicurezza necessari alle singole strutture: le procedure di sdoganamento continuano a rappresentare uno scoglio, in quanto le RSA, paradossalmente, non sono considerate presidi a rischio. Man mano che alcuni dispositivi si rendono finalmente disponibili, i volontari dell’associazione sono pronti a distribuirli a chi li aveva ordinati, in modo immediato e con priorità alle situazioni più critiche.

Detto questo, desidero far chiarezza su alcuni numeri dell’attuale situazione: su 140 case di riposo della provincia di Cuneo, ad oggi 29 strutture dichiarano problemi di gestione dell’emergenza covid-19 e di queste solo 8 risultano in situazione di difficoltà e 3 sono cliniche riabilitative e non case di riposo. Rispetto alla media regionale dichiarata del 30% delle RSA con problemi di gestione del covid-19, nella provincia di Cuneo questo dato è del 18%, segno che il sistema di prevenzione individuato e attuato dalle RSA locali sta funzionando, nonostante il mancato supporto da parte delle istituzioni preposte alla lotta contro l’infezione, che le hanno lasciate sole. Il 90% delle criticità nelle case di riposo, sono, peraltro, da imputarsi a situazioni di ospiti provenienti dagli ospedali: non s’intende qui puntare il dito contro le aziende ospedaliere, che stanno lavorando in modo encomiabile, ma piuttosto sfatare il mito della casa di riposo come focolaio del virus. Ricordo anche che le RSA, per loro natura, non sono organizzate come presidi ospedalieri e, pertanto, non possono gestire gli aspetti sanitari derivanti dal covid (di gestione esclusivamente ospedaliera): come associazione, ci opponiamo quindi alla richiesta di ospitare e mantenere in struttura persone positive al virus. Tale evenienza metterebbe in grave pericolo la salute e la vita stessa degli altri ospiti, come si è già verificato, purtroppo, in altre regioni.

Per quanto riguarda il numero dei decessi nelle RSA nella provincia di Cuneo, risultano essere, nel primo trimestre 2020, 337 contro i 344 del primo trimestre 2019 (dati forniti dalla Regione Piemonte), di questi 337, 28 sono stati dichiarati per covid-19. Mi sembra doveroso affermare quanto sopra riportato, anche a sostegno di tutte le persone che lavorano nelle RSA e che, da settimane, si spendono oltre limiti di orario e di fatica, per continuare a tutelare il benessere dei nostri anziani. A loro va, ancora una volta, il ringraziamento mio personale e di tutto il consiglio direttivo dell’Associazione”.