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La normalità controllata

9 aprile 2020 | 16:26
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La normalità controllata

In attesa di sapere se il trend relativo ai contagi verrà confermato, l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi, valuta la possibilità di un ritorno graduale alla normalità, con tanto di progressiva riconversione di posti-letto Covid negli ospedali a uso dei pazienti “normali

L’assessore Icardi nella conferenza stampa di ieri non ha provveduto solo a difendere l’operato della sanità piemontese ma è passato anche a illustrare  i piani relativi alla progressiva riconversione di posti-letto Covid negli ospedali a uso dei pazienti “normali”, un fatto ancora difficile da immaginare solo una settimana fa.  Secondo l’assessore, se il trend attuale continuerà, la rete ospedaliera pubblica e privata potrà tornare gradualmente alla normalità.

In base al monitoraggio quotidiano dei contagi nelle Asl e negli ospedali si pensa di poter smobilitare posti letto o reparti a partire da dopo Pasqua. Una ventata di ottimismo che si scontra, per esempio col fatto che alle ex Ogr di Torino si sta allestendo un nuovo ospedale, definito però da un manager ospedaliero “ un posto dove appoggiare pazienti e cominciare a riconvertire reparti e attività non Covid”.

Intanto che il governo si appresta a prorogare di altri 15 giorni i decreti che scadevano il 13 aprile, ci si dovrà abituare a una convivenza forzata con il virus fino a quando non sarà disponibile il vaccino, previsto, se tutto andrà bene, per fine anno. Nel frattempo sarà necessario continuare con un monitoraggio costante, che dovrebbe essere affidato ai tamponi. Su questo argomento Icardi è tornato al solito ritornello è cioè che in Piemonte i tamponi sono previsti solo per sintomatici, in base alla direttiva emessa dal ministero della Salute il 27 febbraio. E se aumenta il numero dei positivi è perché ci sono più laboratori all’opera per analizzare i tamponi ma i nuovi casi sono percentualmente meno. Altro dato sottolineato dall’assessore alla Sanità: eseguire tamponi a tappeto non esclude che chi è risultato negativo non possa trasformarsi in positivo dopo pochi giorni.

La Regione ha accantonato i test sierologici, che sono stati giudicati inattendibili dato che individuerebbero le infezioni  troppo tardi, e rivolge la sua attenzione a test sierologici innovativi che sono in attesa del via libera del ministero, con i soliti tempi lunghi d’attesa.