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Immunità alle strutture sanitarie nel decreto Cura Italia?

7 aprile 2020 | 17:16
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Immunità alle strutture sanitarie nel decreto Cura Italia?

In tre emendamenti presentati da deputati e senatori per modificare il decreto Cura Italia è stata richiesta l’immunità delle strutture sanitarie il che, se approvati, comporterebbe che le eventuali responsabilità di chi ha mandato a combattere il personale medico e paramedico contro il coronavirus senza gli strumenti necessari a proteggerne la sicurezza, sarebbero prescritte.

Ma se per il sindacato dei medici Anaao-Assomed risulterebbe essere “Una vergogna senza precedenti” questo risvolto potrebbe avere effetti positivi per i conti della sanità, specie in regioni come il Piemonte che hanno vissuto la stagione dei “piani di rientro sanitari” tagliando, tra l’altro, gli  accantonamenti per la copertura diretta dei rischi e cioè le risorse per risolvere i contenziosi con pazienti o con il personale medico, quelle dispute legali che spesso finivano in  tavoli di conciliazione che portavano a rimborsi da parte delle aziende sanitarie.

Nel 2013 per le franchigie assicurative il Piemonte aveva accantonato 26 milioni di euro, secondo i dati della Corte dei Conti. Nel 2018 i fondi sono scesi a 900mila euro. Oggi l’attenzione maggiore è rivolta ovviamente alla lotta contro il covid-19 ma dopo, a emergenza superata, bisognerà fare i conti con le cause di risarcimento danni presentate per esempio per la trasmissione del virus da un paziente positivo ricoverato a un’altra persona che opera nella stessa struttura.

Senza attendere la fine dell’emergenza, però, già oggi l’Inail Piemonte ha ricevuto 500 denunce di persone contagiate dal virus durante il lavoro e tra questi ci sono gli operatori sanitari (il 13% del totale dei contagiati) per i quali vige “la presunzione semplice di origine professionale, considerata appunto l’elevatissima probabilità che vengano a contatto con il virus”. Oltretutto, dal 2017 la legge obbliga tutti gli operatori sanitari a sottoscrivere una polizza a copertura dei danni contro terzi. Ma nel caso siano i medici e gli infermieri a subire il danno, quello che sta accadendo durante l’emergenza? Il rischio è che vengano a mancare le risorse e che quindi si arrivi a lunghi contenziosi legali con le compagnie assicurative.

Nel marzo 2019 la Regione Piemonte ha firmato un’intesa triennale con la compagnia assicurativa francese Sham accordandosi per un premio annuo di 25 milioni di euro e un massimale aggregato di sinistri pari a 60 milioni. Alle Asl rimangono in carico le franchigie (5 mila euro), mentre per oltre il 39% del sinistro deve intervenire la Regione. Si tratta di uno stanziamento di risorse per il risarcimento diretto  minore rispetto a quello previsto in regioni meno popolose come Basilicata e Sardegna.