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Il punto di vista della Regione su case di riposo e Rsa

16 aprile 2020 | 11:38
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Il punto di vista della Regione su case di riposo e Rsa

Nella videoconferenza tenutasi ieri nell’Unità di Crisi della Regione alla presenza degli assessori alle Politiche sociali e alla Sanità, Chiara Caucino e Luigi Icardi la Regione ha espresso la sua posizione rispetto al trattamento dell’emergenza nelle case di risposo e nelle Rsa

E’ stata dedicata alla situazione nelle case di riposo e nelle altre strutture assistenziali del Piemonte la conferenza stampa virtuale tenuta il 15 aprile nell’Unità di Crisi della Regione alla presenza degli assessori alle Politiche sociali e alla Sanità, Chiara Caucino e Luigi Icardi.

Problemi affrontati di petto. “Abbiamo affrontato di petto – ha affermato Caucino – i tre problemi evidenziati per le Rsa: personale, dispositivi di protezione e tamponi. Sul fronte del personale, la delibera del 20 marzo, di cui vado molto fiera, sta salvando molte vite: prevede che gli assenti possano essere sostituiti in deroga, per un tempo limitato alla fase emergenziale, e che una parte del monte ore previsto in capo a una persona assente possa essere assegnato ad altre con gli stessi requisiti o con qualifiche simili. Grazie a questo sono state assunti 755 nuovi operatori, di cui 645 con mansioni assistenziali e 110 in qualità di personale infermieristico. Inoltre, abbiamo pubblicato un bando per mettere a disposizione personale raccogliendo 110 manifestazioni di interesse: l’elenco aggiornato è già stato inviato. Per i tamponi – ha aggiunto – abbiamo messo in campo un’unità mobile del Fondo assistenza benessere per supportare le Asl. Il mezzo ha già fatto gli esami in tre strutture al completo, ospiti e personale, incluso anche quello che è a casa, in modo da poter rimettere in pista queste risorse. Presto a questa si affiancherà un’altra unità mobile, mancano ancora un paio di infermieri ma il mezzo è già pronto. Riguardo ai dispositivi di protezione abbiamo effettuato tre consegne di mascherine: 30.000 la prima volta, 40,000 la seconda e poi ancora 70.000″.

Nessuna intempestività. L’assessore Icardi ha voluto chiarire che “non c’è stata nessuna intempestività della Regione. Già il 23 febbraio con il presidente Cirio abbiamo predisposto l’ordinanza concordata con il ministro della Salute in cui si diceva che le Rsa devono limitare l’accesso agli ospiti e che il personale si deve attenere all’applicazione delle misure per la sanificazione degli ambienti e ai protocolli anti-contagio. E il 90% l’ha fatto. Poi non sta all’Unità di Crisi dire se il restante 10% ha presentato criticità legate all’inosservanza delle linee guida o ad altre ragioni. La nostra capacità di produzione di tamponi non superava all’inizio i 400 al giorno, oggi siamo a 5.000, negli ultimi giorni fortemente indirizzati verso le Rsa, con 20 laboratori che lavorano al massimo delle loro potenzialità. Abbiamo creato una task force di aiuto per le case di riposo, e non è mai accaduto che pazienti positivi dagli ospedali siano stati trasferiti nelle Rsa. La nostra delibera del 20 marzo credo sia stata fortemente travisata, poiché cercava edifici o reparti vuoti per pazienti Covid, non certo strutture in uso con ospiti anziani all’interno. Quanto alla tardiva pubblicazione del documento, purtroppo in questo periodo può accadere”.

Decessi. Nel primo trimestre 2020 sono morte nelle Rsa del Piemonte 2.878 persone, nello stesso trimestre dello scorso anno 2.467. La differenza è di 411 persone, di cui 252 risultano decedute per cause legate al Coronavirus e 159 per altre motivi o perché non testate. Va tenuto conto che c’erano 1500 persone ricoverate in più.

Tamponi. Finora sono stati quasi 14.000 i tamponi eseguiti. Entro la settimana diventeranno 20.000. Alla data dell’8 aprile gli ospiti delle Rsa risultati positivi erano il 40%, il personale il 30%, ma si deve considerare che si è partiti dai sintomatici.

Potenziata l’assistenza infermieristica. Il 7 aprile l’Unità di Crisi ha predisposto una circolare straordinaria per far fronte alle carenze riscontrate nelle strutture residenziali socio-sanitarie. Le Asl del Piemonte hanno così incrementato l’assistenza infermieristica domiciliare, per i prossimi quattro mesi, in misura minima di almeno un operatore ogni 20.000 abitanti. Tale misura, che ha messo a disposizione delle Rsa piemontesi decine di infermieri, ha evitato la sospensione dei servizi infermieristici in alcune strutture.