Il caso delle mail dei medici svanite nel nulla

15 aprile 2020 | 14:21
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Il caso delle mail dei medici svanite nel nulla

Mail dei medici di base che segnalavano la presenza di pazienti con sintomi riconducibili al covid-19 svanite nel nulla, un altro problema nella gestione dell’emergenza sanitaria

L’operatività prevedeva che  i medici di base, in presenza di pazienti con sintomi riconducibili al covid-19, lo segnalassero attraverso una mail ai Servizi di igiene e sanità pubblica, in sintesi i Sisp, che procedevano di conseguenza con l’effettuazione dei tamponi. Il problema è che decine di mail inviate dai medici nella fase più critica dell’emergenza sono andate perse e con loro la richiesta di sottoporre quei pazienti al test diagnostico. Il risultato è che molte persone non sono mai state ricontattate oppure sono state chiamate dopo molti giorni e solo in seguito alle sollecitazioni dei propri medici. La falla nel sistema è stata ammessa  da Roberto Testi, presidente del Comitato tecnico scientifico costituito dalla Regione e responsabile del settore di medicina legale nell’Asl unica di Torino, da cui dipendono proprio i Sisp. Testi, lo stesso che solo sabato scorso si era scagliato contro i medici dicendo di sentirsi colpito alle spalle proprio da chi doveva collaborare con lui e l’Unità di Crisi…

Certo è che anche la gestione di queste mail ha subito il caos dovuto all’aumento progressivo dei casi in Piemonte e delle conseguenti incrementate comunicazioni da parte dei medici di base, che rappresentano le prime vedette sul fronte del contagio.

Al momento non è dato sapere di quanti casi stiamo parlando, quante sono le mail sparite con tutto il loro corredo di dati anagrafici del paziente, i suoi sintomi e i contatti. Il Sisp, sulla base di tutto ciò avrebbe dovuto eventualmente ordinare il tampone, sentire il paziente e ordinare l’isolamento. E questo su base regionale.

Per comprendere meglio l’accaduto la Regione Piemonte ha chiesto all’Asl Città di Torino una relazione sulle comunicazioni dei medici di famiglia ai Servizi di igiene di pazienti con sintomi riconducibili al coronavirus, e relativa richiesta di test diagnostico, che sarebbero andate perse. “Dalle prime informazioni sembrerebbe evidente che il problema sia stato causato da uno straordinario flusso di email. Se ci sono delle responsabilità, verranno accertate”, afferma l’assessore alla Sanità Luigi Icardi, che ha esteso la richiesta di chiarimento a tutte le Asl della Regione.

Da una settimana, il Csi ha consegnato una nuova piattaforma informatica, grazie alla quale perdere i dati è più difficile, su cui tutti i medici di base possono segnalare i sospetti positivi, indicando dati anagrafici e sintomi.

Per il presidente del Comitato tecnico scientifico Roberto Testi  le mail svanite “possono aver creato un disservizio all’utenza ma non un reale problema dal punto di vista clinico” tesi che non trova d’accordo il segretario regionale della Fimmg, cioè la Federazione dei medici di medicina generale Roberto Venesia, che intanto ha invitato tutti gli iscritti a segnalare eventuali difficoltà o errori nell’utilizzo del nuovo sistema di raccolta dati per poi dichiarare, in merito ai tamponi richiesti e non fatti “Se dovevano essere fatti e non sono stati fatti, questa è omissione d’atti d’ufficio”.