Videoconferenza Giunta |
Regione Piemonte
/

Icardi e la circolare ministeriale “limita tamponi”

25 aprile 2020 | 16:15
Share0
Icardi e la circolare ministeriale “limita tamponi”

Riparti Piemonte, la legge della Giunta regionale che stabilirà le modalità di intervento per sorreggere l’economia piemontese nel post coronavirus. E, intanto, l’assessore Icardi si appella alla circolare ministeriale per giustificare la mancata effettuazione dei tamponi su certe categorie

Nella videoconferenza stampa tenuta oggi, 25 Aprile, insieme alla Giunta, il presidente della Regione Alberto Cirio, trasformatosi in una sorta di “one man show”, ha dichiarato di guardare con fiducia alla data del 4 maggio e di essere ottimista in quanto “Il valore assoluto dei nuovi contagi ogni giorno è ancora importante, ma registriamo un calo di chi inizia ad ammalarsi e una costante riduzione dei ricoverati in terapia intensiva, passati dai 450 di quindici giorni fa agli attuali 250. Questo significa che il percorso che stiamo compiendo è corretto”

Il presidente ha voluto illustrare gli aspetti legati all’economia piemontese e alle modalità con le quali, nella Fase 2, si cercherà di dare ossigeno ai tanti settori dai quali quotidianamente giungono segnali di allarme. Dai piani per la competitività previsti prima che scoppiasse l’emergenza, la Regione è passata a lavorare sulla rimodulazione delle risorse per la ripartenza, con un intervento specifico che è stato denominato “Riparti Piemonte”, un disegno di legge della Giunta che verrà presentato la prossima settimana e avrà lo scopo di fa sì che le risorse necessarie arrivino in modo rapido, semplice e attraverso procedure speciali.

Dalla verifica di quanto è immediatamente disponibile e rimodulabile per l’emergenza covid-19 sono stati trovati 800 milioni tra risorse regionali, Fondi europei di sviluppo regionale, Risorse del fondo sociale europeo e fondi statali, per circa 220 milioni, in cofinanziamento. Cirio ha detto di confidare in una rapida approvazione della legge che avrà, parole sue, due gambe, una finanziaria e l’altra legata alla sburocratizzazione. Lo scopo è quello di intervenire ovunque vi siano vincoli o cavilli regionali da eliminare per permettere una rapida erogazione dei contributi, sull’onda di quanto è stato fatto per la legge urbanistica o quella per l’edilizia. All’articolo 1 della legge, ha tenuto a sottolineare il presidente Cirio, c’è lo stanziamento di 55 milioni di euro a favore del personale sanitario piemontese. Trovare le risorse è stato faticoso, ma è un segnale importante quello che si è voluto dare nei confronti del personale sanitario duramente impegnato dall’inizio dell’emergenza. Dei 55 milioni, 18 arrivano dallo Stato, i 37 rimanenti dalla Regione che ha liberato risorse dai fondi europei, tutti indirizzati a un indennizzo straordinario per il personale. Le modalità di erogazione e le tempistiche verranno discussi con i sindacati. Cirio ha spiegato che si tratta di 55 milioni di euro perché sono 55mila le persone impegnate nella sanità. Da un semplice conto della serva si tratterebbe di circa mille euro a testa, l’equivalente di una medaglia ad honorem per chi rischia la vita tutti i giorni…

Durante la videoconferenza abbiamo voluto chiedere, nuovamente e questa volta direttamente all’assessore alla Sanità Luigi Icardi, delucidazioni relativamente alla mancata effettuazione dei tamponi nei casi di nuclei famigliari in isolamento domiciliare, con uno o più componenti risultati positivi al virus e altri famigliari che, pur vivendo con i contagiati e avendo avuto tutti i sintomi del coronavirus, non sono stati sottoposti al tampone, con il rischio che siano positivi, con tutto ciò che consegue. La risposta di Icardi è stata che: “La Regione paga la cronica e strutturale incapacità del Piemonte di realizzare una serie di importanti tamponi. Siamo partiti da due laboratori, con 400/500 tamponi al giorno, e siamo arrivati l’altro ieri a 2300 e ieri a 7000, abbiamo quindi potenziato, nonostante una circolare ministeriale che ha dato delle priorità nell’effettuazione dei tamponi. Il ministero si è accorto che le Regioni non riuscivano a dare una risposta adeguata e ha dato delle priorità che noi ovviamente seguiamo. Il personale dei Servizi di igiene e sanità pubblica è passato da un numero intorno ai 400 a 800, l’abbiamo quindi raddoppiato. Abbiamo fatto innesti importantissimi di personale e insieme alle USCA, le Unità speciali di continuità assistenziale, stanno facendo queste azioni. Le priorità dei tamponi sono definite da una circolare del ministero della Sanità e le nostre Asl credo, anzi sono certo che le seguono fedelmente. E’ chiaro che c’è bisogno del massimo sforzo per poter arrivare anche a tamponare queste persone che potrebbero, in una Fase 2, certamente essere pericolose per un contagio”.

Massimo sforzo, potrebbero essere pericolose per un contagio… Ma se esiste una circolare ministeriale che impone le priorità, come mai in altre regioni, come il Veneto, stanno facendo tamponi a tappeto, compreso agli asintomatici? E come mai l’OMS, pur criticata di questi tempi, ha raccomandato caldamente di effettuare il test a tutte le persone, sintomatiche o asintomatiche che siano, che hanno avuto contatti con una persona infetta? E, ancora, la rivista “Science” ha segnalato che il 79% dei casi di infezione sono dovuti a persone asintomatiche non riconosciute. Appellarsi a una circolare, nel momento in cui la Regione vuol farsi paladina della sburocratizzazione, è veramente paradossale e forse l’assessore dovrebbe attivarsi rapidamente su questo versante, per evitare un rischio contagio ulteriore, sempre che non arrivi prima un rimpasto di giunta…