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Coronavirus: quando tutto si ferma ma non la fame

6 aprile 2020 | 16:22
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Coronavirus: quando tutto si ferma ma non la fame

Un contributo della psicologa Simona Fiorentino per migliorare il benessere della comunità durante l’emergenza sanitaria Covid-19. Il documento, nello specifico, prende in esame quali sono le diverse difficoltà psicologiche che possono affliggere i soggetti durante il periodo di quarantena a casa, soffermandosi però sulle problematiche legate all’alimentazione e al cibo.

La nostra vita, la nostra routine quotidiana, il nostro modo di vivere gli affetti e di condividere è stato del tutto stravolto da un mese a questa parte.  Le conseguenze della quarantena a causa della diffusione del Covid- 19 toccano, soprattutto, l’aspetto psicologico di ciascuno di noi: adulti costretti a lavorare in modalità smart working  o ad interrompere il proprio esercizio commerciale;  bambini che studiano e fanno i compiti a casa, genitori che si inventano nuovi intrattenimenti all’interno delle mura domestiche; persone single che riscoprono la propria solitudine; persone in coppia che sperimentano il vivere insieme 24 ore su 24 ore, 7 giorni su 7.

In seguito ad uno studio relativo all’epidemia della Sars nell’anno 2009, le popolazioni analizzate dopo giorni di quarantena riportavano in generale sintomi psicologici come disturbi emotivi, depressione, stress, disturbi dell’umore, irritabilità, insonnia e segnali di stress post-traumatico.

Le conseguenze psicologiche, però, di una pandemia globale non si fermano qui ma si estendono anche al tema alimentare e al rapporto con il cibo che alcune persone possono vivere con forti difficoltà: chi soffre di un Disturbo del Comportamento Alimentare, specialmente Binge Eating o Bulimia Nervosa, può provare maggior fatica in questo periodo di quarantena a casa.  Questa tipologia di problematica psicologica oscilla tra il concetto di restrizione alimentare e di perdita di controllo. Da una parte è presente una preoccupazione costante di prendere peso durante i giorni a casa, di piacersi e piacere meno e di conseguenza di non essere accettati soprattutto in una società odierna che, soprattutto ultimamente, richiede la forma fisica perfetta e il continuo movimento (anche in casa vedendo come l’attività fisica domestica stia diventando una vera e propria ossessione).  Dall’altra parte c’è  la paura di perdere il controllo: ritrovarsi più tempo a casa con chi condivide il nostro tetto ma non le nostre abitudini, per esempio,  può “alimentare” ancora di più la difficoltà e la fatica del mantenere ciascuno il proprio piano nutrizionale, facilitando maggiormente gli “sgarri” o le piccole ma ripetute ricadute verso situazioni già vissute in passato.

In questo delicato periodo di vita dove l’aspetto della socialità è stato totalmente rivoluzionato, dove la compagnia manca e dove il contatto umano con i nostri cari è stato vietato (elementi di cui ciascun essere umano ha bisogno in quanto essere sociale) , le emozioni provate possono giocare un ruolo fondamentale: più ci sentiamo tristi, disperati, annoiati, spaventati, soli e senza speranza, più tendiamo a ricercare nel cibo quella gratificazione e quella soddisfazione di cui sentiamo di aver temporaneamente bisogno.

Che fare dunque? 

Primo consiglio: se siete in psicoterapia continuatela via Skype o in modalità telefonica. Cercate poi di non cedere alla tentazione di iniziare diete restrittive e rigide ma privilegiate un approccio psico-alimentare che includa tecniche come la mindfull eating, che normalizza il momento dei nostri pasti facendoci riscoprire il piacere di mangiare con consapevolezza ed armonia. Solo ritrovando una  connessione profonda con il nostro corpo, la nostra mente, i nostri bisogni più profondi possiamo servirci di un ventaglio di altre e nuove modalità per gestire le nostre emozioni più spiacevoli.

Per chi prima dell’emergenza COVID-19 non ha intrapreso un percorso di psicoterapia o supporto psicologico con un professionista, ma che tuttavia può avvertire il bisogno di farlo durante questo delicato momento di vita, può servirsi del servizio di sostegno e di assistenza psicologica in modalità telematica che io stessa, insieme ad altri colleghi, portiamo avanti per “incontrare” le persone e le loro problematiche.

(Simona Fiorentino, Psicologa Psicoterapeuta. Si occupa, tra le altre patologie, anche di Disturbi del Comportamento Alimentare)