Difesa d'ufficio |
Regione Piemonte
/

Cirio e l’Unità di crisi in difesa

11 aprile 2020 | 15:57
Share0
Cirio e l’Unità di crisi in difesa

Il governatore Cirio si sfoga dopo gli attacchi ricevuti per come sta gestendo l’emergenza e anche l’Unità di crisi respinge al mittente le accuse piovutegli addosso da più parti

Sotto attacco delle opposizioni per la gestione dell’emergenza sanitaria in Piemonte il governatore Alberto Cirio, respinge al mittente le critiche: “Sto combattendo una guerra con l’esercito che ho trovato, fatto di uomini e donne straordinarie, ma che aveva carenze organizzative gravi. Ecco perché ci sono delle difficoltà. Guido questa regione dallo scorso giugno – continua il governatore – dopo sette mesi è scoppiata l’epidemia. Non possiamo accettare che ci venga detto che non facciamo tamponi da parte di chi ha governato la Regione Piemonte fino a ieri”.
Cirio ribadisce quanto è stato fatto in queste settimane: “Mi trovo a condurre una guerra, la più dura degli ultimi decenni, con un esercito che ho ereditato, con macchinari e forze che ho ereditato. Dove ho trovato punte di straordinaria eccellenza, ma anche criticità di strumentazioni che non c’erano e di una medicina territoriale abbandonata a se stessa negli anni. Una sanità con ospedali eccellenti – ribadisce – ma criticità reali”. Iniziando dai laboratori attrezzati per le analisi. “A febbraio erano due, oggi sono 18 e in pochi giorni diventeranno venti – sottolinea Cirio – Passare dai due laboratori ereditari a venti è stato un lavoro enorme, grandissimo, che è il motivo per cui il Piemonte non è riuscito a raggiungere subito i numeri di tamponi delle altre Regioni, ma lo ha fatto in poco tempo”.

Anche l’Unità di crisi si è presentata alla conferenza stampa tenutasi oggi respingendo le critiche raccolte in queste settimane, dalla questione dei tamponi alla delibera relativa alle Rsa, dalle lamentele ricevute dai medici piemontesi alla gestione generale dell’emergenza, con un piglio leggermente sopra le righe da parte di alcuni suoi componenti, certamente sotto stress a causa dell’impegno da affrontare quotidianamente. Anche i giornalisti sono finiti nel mirino, con “l’imputazione” di dare spesso notizie senza fondamento, senza la necessaria conoscenza degli argomenti dimenticando, i membri dell’Unità di crisi,  che chi opera nelle realtà locali e non si nutre quindi di massimi sistemi, conosce molto bene la situazione in cui vive e di cui si fa portavoce.