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Anche il sindacato dei medici Cimo all’attacco della Regione

15 aprile 2020 | 08:27
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Anche il sindacato dei medici Cimo all’attacco della Regione

Dopo l’Anaao-Assomed anche il Cimo, altro sindacato dei medici parte all’attacco della Regione e dell’assessore Icardi per la gestione dei tamponi in questa emergenza sanitaria

Dopo l’Anaao-Assomed un altro sindacato dei medici, il Cimo, attacca la Regione per quanto riguarda la gestione dei tamponi. Sebastiano Cavalli, segretario regionale del Cimo ha dichiarato che: “Fare i tamponi significa individuare i positivi asintomatici e bloccare sul nascere l’aggravarsi della patologia e del contagio. Continuiamo a chiedere alla Regione di intensificare i controlli in modo rilevante sul personale sanitario, ma non abbiamo ottenuto alcuna rassicurazione”.
“Basta chiamarci eroi – aggiunge Cavalli – desideriamo solo svolgere la nostra professione in sicurezza, invece i tamponi vanno a rilento, le mascherine ad alta protezione non sono sufficienti a coprire i turni e lo stress delle terapie intensive piemontesi non diminuisce. Chiediamo con urgenza – aggiunge – la convocazione di un tavolo con i vertici regionali, e una tutela maggiore anche dal punto di vista economico per i nostri medici, con un contributo una tantum di 1000 euro. Siamo disorientati – conclude il segretario regionale del Cimo – dalle dichiarazioni sui tamponi dell’assessore alla Sanità, Luigi Icardi. Esiste eccome una forte correlazione rispetto all’andamento dei decessi. Senza il tampone chiunque può mettere in serio pericolo la propria vita, quella dei familiari e, se è un medico o un infermiere, anche quella dei pazienti”