Acquistati i kit, quando inizieranno gli esami sierologici sul personale sanitario?

24 aprile 2020 | 18:00
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Acquistati i kit, quando inizieranno gli esami sierologici sul personale sanitario?

Domani scadono i termini della procedura d’acquisto dei kit per effettuare gli esami sierologici sul personale sanitario. Ma quanto tempo passerà ancora prima che gli esami possano essere effettuati?

Domani, 25 aprile, alle ore 14 scadranno i termini della procedura per l’acquisto dei kit per gli esami sierologici da parte della Regione che ha optato per acquistarne 70mila. Questo numero però pare destinato ad aumentare, perché sarebbe stato già previsto un acquisto di ulteriori 100mila kit in quanto parrebbe che, oltre al personale sanitario, ai test venga sottoposto anche un campione della popolazione, aspetto questo ancora in attesa di conferma da parte della giunta regionale.

La gestione della campagna di test verrà affidata alle singole aziende sanitarie e ospedaliere, dando priorità al personale più esposto al rischio di contrarre o aver contratto il coronavirus, anche in assenza dei sintomi, passando poi agli interi organici dei sanitari.

L’assessore Icardi pochi giorni fa aveva annunciato che: “Stiamo allertando le Aziende sanitarie per organizzare i prelievi di sangue del personale, l’effettuazione dei test avverrà mediante la rete dei laboratori pubblici non appena saranno disponibili le forniture acquisite, probabilmente già entro questa settimana”. Ma, ancora una volta, i tempi previsti non verranno rispettati, dal momento che le offerte da parte delle aziende interessate alla vendita dei kit dovrà arrivare entro domani, come detto, ma poi ci sarà da aspettare il tempo necessario affinché perché tutte le aziende sanitarie ricevano il materiale. Consegna che si spera sia rapida.

In definitiva, pare che la parola “ritardi” aleggi troppo spesso sulle iniziative regionali, come è dimostrato dai tamponi, aumentati nel numero di effettuazioni ma sempre meno che nelle altre regioni, così come nell’assenza di dati certi relativi ai decessi per covid-19 riscontrati nelle Rsa e ad altri aspetti gestionali dell’emergenza, come i controlli sui nuclei famigliari in isolamento domiciliare e con uno o più componenti risultati positivi al coronavirus.

A differenza di ciò che sta accadendo per i tamponi, i laboratori possiedono le apparecchiature necessarie all’analisi dei test, apparecchiature in massima parte fornite in comodato d’uso da due gruppi, la Diasorin e la Abbott. Per quanto riguarda l’inizio delle valutazioni sui test, dopo le iniziali parole rassicuranti dell’assessore, oggi l’Unità di Crisi non si sbilancia, in attesa del completamento della procedura d’acquisto e della conseguente distribuzione dei kit. Per quanto riguarda i protocolli seguiti, anche in questo caso ogni Regione agisce con criteri diversi da quelli delle altre. Nelle Marche, per esempio, in caso di test con esito positivo, si procede con il tampone e il sanitario viene riammesso al servizio solo dopo il secondo negativo. Se, invece, il test dà esito negativo, ne viene riprogrammato uno dopo 15 giorni e se confermato viene rilasciato un certificato che attesta l’assenza di infezione dieci giorni prima del primo test.

In Piemonte viene confermato che prima di parlare di procedure e protocolli si deve attendere l’esito della procedura di acquisto.