I commercianti criticano il decreto “Cura Italia”

22 marzo 2020 | 10:15
Share0
I commercianti criticano il decreto “Cura Italia”

I commercianti criticano il decreto del governo e propongono un decalogo di misure a favore di professionisti e piccoli imprenditori: bonus di mille euro per tre mesi, flat tax, cancellazione di Imu e tributi, azzeramento delle commissioni bancarie.

Al primo posto nei pensieri e preoccupazioni di tutti c’è ovviamente l’emergenza coronavirus sotto l’aspetto sanitario, ma è inevitabile che lo sguardo vada oltre, a quello che il virus sta significando per l’economia regionale e nazionale. Le misure adottate dal Governo nel decreto Cura Italia non bastano a rassicurare e,soprattutto, a intervenire concretamente anche a favore dei piccoli imprenditori, commercianti e professionisti. Le chiusure delle attività commerciali non considerate essenziali ma che hanno, comunque, una rilevanza notevole per il tessuto sociale piemontese, e che si protrarranno almeno  per tutto il mese di aprile, ha portato la Confcommercio del Piemonte a promuovere l’iniziativa “Io sono impresa”, un grande appello collettivo che è stato pubblicato in rete “affinché la voce delle imprese possa arrivare a tutte le istituzioni forte e chiara con la richiesta di nuove e significative misure di sostegno che dovranno essere adottate subito” come dichiarato dalla presidente di Confcommercio Piemonte Maria Luisa Coppa.

Sono dieci le misure che secondo Confcommercio il governo deve approvare “subito”. Si parte dal bonus di 600 euro una tantum, che è una misura giudicata insufficiente. In realtà servono almeno 1.000 europer unperiodo minimo di tre mesi. E poi: deve essere introdotta per il 2020 una flat tax per tutte le aziende dei settori maggiormente colpiti e per tutte quelle sotto i 2 milioni di fatturato, Iva e contributi di marzo, aprile e maggionon vanno prorogati, ma cancellati e abolito il limite dei 2 milioni, non ci devono essere limitazioni di risorse per l’utilizzo della cassa in deroga, tutti i settori commerciali vanno ricompresi nelle misure di sostegno, vanno sospesi tutti i tributi locali e, per almeno tre mesi, le bollette di tutte le utenze, per le locazioni commerciali credito d’imposta al 100% per almeno tre mesi e tassazione zero per i proprietari se riducono il canone di più del 50%”, tutti i professionisti devono beneficiare degli aiuti e, ultima richiesta, azzeramento delle commissioni bancarie su operazioni di anticipo fatture.

Richieste che trovano la loro ragione nell’essenza stessa delle piccole e medie imprese che costituiscono la spina dorsale del Piemonte e del nostro Paese, con i negozi di vicinato che rappresentano  il punto di riferimento per tutta una comunità. Vista la situazione che si dovrà affrontare una volta cessata l’emergenza per il coronavirus il rischio per migliaia di imprese, botteghe, negozi, pubblici esercizi e ambulanti, è quello della chiusura, un rischio che il Paese non si può permettere.