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Come vivono gli anziani nelle strutture ai tempi del Coronavirus?

10 marzo 2020 | 19:13
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Come vivono gli anziani nelle strutture ai tempi del Coronavirus?

Senza possibilità di uscire e di ricevere visite per evitare la diffusione del contagio

Restrizioni per tutti, nessuno escluso soprattutto per le categorie più deboli in questo momento di emergenza sanitaria per limitare il diffondersi del Corona virus.

Quindi divieto di ricevere visite o comunque assistenza da parte delle badanti per gli anziani che in questo periodo sono nelle case di riposo piuttosto che nelle RSA.

Abbiamo avuto modo di sentire alcune OSS che operano nelle strutture del cuneese per capire meglio quali e se ci sono delle difficoltà da parte degli anziani ad accettare e comprendere il perché di questo isolamento e “allontamento” dai parenti.

“Diciamo che quelli che faticano maggiormente – ci racconta una OSS che opera su Cuneo – sono gli ospiti di tipo RA che quindi si trovano a non poter fare il loro giro quotidiano. Per chi invece è affetto da demenza senile naturalmente non è consapevole di quanto lo circonda però magari collega un determinato momento al parente e quindi chiede spiegazioni a noi. Più complicato anche per noi lavorare senza l’aiuto dei volontari che fino alla scorsa settimana frequentavano e collaboravano con noi e gli ospiti.”

Da una RSA di Cuneo dove quindi gli ospiti sono tutti non autosufficienti ci dicono: “Non hanno sofferenza al non vedere i parenti perché non sono orientati e dipendono da noi in tutto e nella maggior parte dei casi non riconoscono i familiari. Diciamo che per noi operatori il momento senza visite e quindi richieste da parte dei parenti ci permette di occuparci completamente agli ospiti e se noi riusciamo a lavorare bene a guadagnarci sono sicuramente gli anziani. E il loro benessere viene naturalmente davanti a tutto.

Ti dico che io la vivo sia da figlia con mamma “abbandonata ma lasciata in buone mani”, non senza fatica andando prima dell’emergenza ogni gorno, sia da OSS – è il racconto che arriva da Busca – Gli anziani hanno capito e si sono rassegnati… qualcuno no perché la libertà di uscire è sacra. Nel nostro piccolo dobbiamo rassicurare sia l’ospite che il parente, molti hanno il cellulare ma non sanno usarlo quindi dobbiamo intervenire anche in questi casi. Cerchiamo di fare tutto il possibile. Per quanto riguarda mia mamma i miei colleghi ogni tanto mi fanno una video-chiamata sempre graditissima. È un disagio che però condividiamo tutti insieme, speriamo tutto possa risolversi per il meglio”.

Da Villafalletto ci hanno riferito che “Gli ospiti stanno vivendo bene, si cerca di trasmettere loro le spiegazioni in maniera più semplice possibile. Alcuni anziani sono nella struttura da tempo ed hanno quindi già elaborato la distanza dalla famiglia, noi operatori che vedono quotidianamente diventiamo la loro nuova famiglia. Si è cercato di incrementare le attività con educatrici, fisioterapisti tenendoli impegnati pur mancando l’attività dei volontari che era di grande aiuto per noi operatori. La difficoltà maggiore forse è da parte delle famiglie ad accettare questa distanza, fortunatamente con il telefono si cerca, per quanto possibile e compatibilmente con il lavoro, di permettere ai parenti di sentire gli ospiti.

Diciamo che sicuramente il buon esempio ci arriva, ancora una volta, da chi ha più esperienza.