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Preoccupano i bilanci della sanità piemontese

5 febbraio 2020 | 19:05
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Preoccupano i bilanci della sanità piemontese

In una situazione generale negativa, relativamente ai bilanci di Asl e Aso regionali, nella Granda l’Asl Cuneo 1 ha sforato per circa 20 milioni, mentre tra le aziende sanitarie virtuose ci sono il Santa Croce e Carle di Cuneo e l’Asl Cuneo 2, che chiudono il bilancio in pari.

L’Asl Cuneo 1 ha sforato per circa 20 milioni, mentre tra le aziende sanitarie virtuose ci sono il Santa Croce e Carle di Cuneo e l’Asl Cuneo 2, che chiudono il bilancio in pari.

Parliamo dei bilanci in ambito sanitario e quanto detto sopra riguarda le buone notizie perché le brutte anzi, pessime, sono, per dirlo con le parole dell’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi:La situazione è drammatica e ci vede già con un piede nel prossimo piano di rientro, che però cercheremo di evitare. Ma è necessario rivedere completamente il sistema, se non lo faremo noi sarà Roma a farlo in nostra vece”.

E per dare un peso ancora maggiore alle sue parole Icardi torna a “minacciare” i direttori generali che, se non staranno dentro i parametri finanziari stabiliti, perderanno il posto.  Vista la situazione che abbiamo riferito relativamente alla provincia di Cuneo, le preoccupazioni maggiori in ambito sanitario per la Giunta regionale arrivano soprattutto da Torino dove Asl e Aso, hanno accumulato nell’ultimo anno un disavanzo complessivo di circa 230 milioni di euro.

In generale la situazione finanziaria della Regione Piemonte presenta un debito è di 9,3 miliardi che nel 2020 inciderà sulla spesa corrente per quasi 500 milioni di euro, 50 in più rispetto allo scorso anno. Per questo motivo il buco nella sanità diventa un grosso problema a cui porre rimedio, come ha sottolineato il governatore Alberto Cirio: “Un problema arriva dai vecchi debiti, la cui rata dal 2020 sale a 500 milioni l’anno. L’altro è la storica criticità della spesa sanitaria, che dopo l’uscita dal piano di rientro è tornata a sforare. Finora la spesa in più è stata coperta con fondi una tantum, ma questi sono esauriti e d’ora in poi non si potrà più farlo. Intendiamo farci carico della situazione – prosegue Cirio – senza compromettere i servizi e la crescita. Ma è bene ricordare che la Regione ha sulle spalle un debito complessivo di 9,3 miliardi di euro al netto dei conti della sanità, settore che nel 2019 ha sforato di 407 milioni”.

Sono quindi 407 i milioni di euro di cui si è andati oltre le risorse del fondo sanitario nazionale, sforamento coperto con fondi extra o derivanti dalla gestione sanitaria accentrata. Ma più di questo non si potrà fare perché, come dice ancora l’assessore Icardi: “Abbiamo raschiato il fondo del barile per coprire il 2019. La situazione dei conti di piazza Castello non consentirà quest’anno di trovare risorse aggiuntive per tamponare le emorragie finanziarie che qua e là dovessero manifestarsi, per questo la parola d’ordine è “responsabilità”.

In Consiglio, però, si dovrà cercare di non considerare il comparto della Sanità solo sotto il profilo economico, per evitare che la necessità di rientrare nei parametri concordati comporti la decisione di tagliare servizi perché dietro questa parola, servizi, ci sono persone, malati, strutture ospedaliere e assistenza che si deve continuare a garantire alla popolazione. Quindi, occhio ai conti, ma altrettanta attenzione da prestare ai cittadini.

Qualche buona notizia comunque c’è come, per esempio, l’aiuto che arriverà alla Regione dall’aumento del Fondo sanitario nazionale stabilito dal Governo che si tradurrà in 80 milioni di euro in più per il 2020. Oltre a questa dotazione statale, il presidente Cirio ha annunciato l’istituzione di un fondo d’emergenza da 50 milioni a cui si deve aggiungere un altro centinaio di milioni della gestione sanitaria accentrata. Quindi, sommando e sottraendo, tra sforamento di 407 milioni e contribuzioni statali e regionali i milioni da recuperare sono all’incirca 150.