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L’emergenza Coronavirus vista dalle partite iva della Granda

28 febbraio 2020 | 19:23
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L’emergenza Coronavirus vista dalle partite iva della Granda

La voce di chi ha affrontato una settimana non facile, lavorativamente parlando

Cuneo e provincia. L’emergenza Coronavirus ha naturalmente anche ripercussioni sull’economia della Granda. Abbiamo sentito la voce di chi ha affrontato una settimana non facile, lavorativamente parlando.

Tra le prime imprese in difficoltà sicuramente quelle private del trasporto persone a mezzo autobus, bus turistici e scuolabus). Queste aziende sono completamente ferme; fermi i trasporti scolastici, le gite scolastiche e i viaggi di istruzione scolastica. “La situazione è decisamente disastrosa: tutto cancellato e poche cose rinviate a data da definire. – ci dice Luca Dutto, imprenditore buschese del settore – Questo per realtà come la mia é un danno che mi mette veramente in ginocchio non avendo alcuna altra risorsa. Dovrò fare i conti con rate per l’acquisto degli autobus, per il pagamento delle scadenze fiscali e contributive, spero vivamente che ai muova qualcosa, altrimenti dovrò prendere decisioni drastiche prima che sia troppo tardi.”

Piovono disdette relative a viaggi, gite. E a pagar le conseguenze sarà anche l’indotto turistico. Si è riunito un consiglio Provinciale urgente convocato da Luca Chiapella, presidente di Confcommercio Imprese per l’Italia di Cuneo con le ATL. “Il terrorismo mediatico ha provocato panico – ha dichiarato in questa sede Chiapella – fermo restando che la salute è un bene primario e va quindi tutelata va lanciato un segnale di ripresa normale delle attività, altrimenti le ripercussioni saranno davvero notevoli. Basti pensare che le disdette non riguardano unicamente il periodo pasquale ma già l’estate e per la langa addirittura novembre. I casi sono stati pochissimi e tra l’altro il nostro sistema sanitario si è confermato un’eccellenza che funziona bene. Il segnale positivo va lanciato anche a livello internazionale.”

Per il settore della movida cuneese Michele Trapani della Birrovia ha dovuto reinventarsi eventi nel suo locale di Borgo Gesso in quanto i concerti, di cui vive, erano vietati. Non era obbligato a chiudere ma la sua attività era decisamente limitata. Racconta: “Speravo nel week end invece è arrivata la proroga della deroga fino a domenica sera. Ma noi le spese le abbiamo comunque. Non discuto le decisioni in materia di medicina credo il modo sia alquanto discutibile, cosa cambia se ho 200 persone nel mio locale che vengono per sentire musica o per giocare a carte? Credo sia sfuggita anche di mano la pubblicazione dei comunicati stampa, casi sospetti poi ritrattati hanno creato allarmismo inutile. Andavamo messi tutti nelle medesime condizioni senza distinzioni è questo che non mi spiego e a cui continuo a pensare. Decisioni prese senza la minima conoscenza del territorio e senza conoscere la nostra realtà. E la prossima settimana, come andrà?” questo il pensiero di Trapani.

Ennio Rubero della pizzeria Incrocio Cafè di Chiusa Pesio, potrebbe far un bilancio dopo il week end che sta per iniziare. Intanto ci dice: “La scorsa domenica dopo la notizia dei sospetti casi al Carle abbiamo registrato un calo di oltre il 50%, inoltre martedì avevo un compleanno prenotato con 30 persone che hanno disdetto. Passando i giorni fortunatamente qualcosa poi si è mosso.”

Mauro Dadone della “Macelleria da Mauro” di Cuneo conferma un inizio settimana in salita per quanto riguarda le vendite proprio perchè in pochi uscivano a inizio settimana poi la situazione si è ristabilita. “Difficile anche capire se sia stato il coronavirus piuttosto che l’inizio della quaresima a far segnare un calo delle vendite.” conclude.

Il commercio non ha avuto grosse ripercussioni come ci racconta Raffaella Sarboraria, titolare di un negozio di abbigliamento a Busca: “Considerato che l’ultima settimana dei saldi è sempre più tranquilla visto che ormai la stagione invernale come vendite volge al termine, ci auguriamo comunque che presto tutto torni alla normalità perchè si deve andare avanti sempre.”

Infine sentiamo la voce di Michela Paoletti, titolare di un baby parking: “Siamo le prime ad avere a cuore la salute dei “nostri” piccoli che non vogliamo mettere a rischio ma onestamente non riusciamo a capire questa decisione limitante solo per alcune categorie tra cui la nostra. Sulla base di cosa chiudiamo scuole, baby parking e poi i genitori continuano a lavorare regolarmente in fabbrica piuttosto che nei supermercati avendo poi contatti con i bambini? Inoltre la nostra categoria è davvero dimenticata da tutti se non ci fossimo interessate personalmente tramite l’amministrazione comunale, nella persona del sindaco, nessuno ci avrebbe informato che l’obbligo prevedeva la chiusura anche per la nostra struttura non prima di lunedì attraverso una mail ricevuta dall’Asl CN1. Speriamo vivamente di poter aprire al più presto perchè il danno economico non è di poco conto e ancora di più il disservizio che stiamo dando alle famiglie, in particolare quelle che si appoggiano totalmente alle strutture come le nostre.”