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I sindacati dei medici replicano alla Regione

7 febbraio 2020 | 10:50
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I sindacati dei medici replicano alla Regione

Il governatore Cirio e l’assessore alla Sanità Icardi rilanciano l’allarme sui conti della sanità piemontese e a stretto giro arriva la risposta del sindacato dei medici Anaao Assomed Piemonte che esprime forte preoccupazione in merito alle dichiarazioni rilasciate dagli esponenti politici.

Il governatore Cirio e l’assessore alla Sanità Icardi rilanciano l’allarme sui conti della sanità piemontese con il non tanto velato avvertimento ai direttori generali delle Asl e Aso del Piemonte a non sforare, pena la perdita del posto, e a stretto giro arriva la risposta del sindacato dei medici Anaao Assomed Piemonte che esprime forte preoccupazione in merito alle dichiarazioni rilasciate dagli esponenti politici.

Nel suo comunicato il sindacato sottolinea che: “La Regione Piemonte è già stata in Piano di Rientro, dal 2010 al 2016. Spicca come sia stata all’epoca l’unica Regione del Nord Italia entrata in PdR, con l’eccezione della Liguria rimasta in PdR per un solo anno. E che lo sia stata essenzialmente per questione di conti, visto che negli anni ha mantenuto, in base alla griglia LEA, buoni punteggi.

La Sanità Piemontese ha già pagato duramente negli anni del PdR: sono stati tagliati posti letto, personale, sono stai fatti accorpamenti e amputate le possibilità di carriera dei dirigenti medici e sanitari. In Piemonte, l’anno di massima spesa sanitaria per la dirigenza medica è stato il 2010, con una spesa di 779.515.512 euro. Nel 2017 la spesa è stata di 714.949.324 euro, ben 64.566.188 euro in meno in 7 anni.

Nel 2010 i dirigenti medici che lavoravano nelle ASL e negli ospedali piemontesi erano 8958, nel 2017 8443, ovvero 515 in meno. In numeri assoluti veniamo dopo a Lazio, Campania, Calabria e Sicilia: il taglio peggiore tra le Regioni del Centro-Nord. I Direttori di Struttura Complessa nel 2010 in Piemonte erano 818.Nel 2017 solo 555. Ben 263 in meno, pari a una riduzione del 32%.Un’ecatombe di primariati. Se contiamo i Responsabili di Struttura Semplice, si passa dai 1160 del 2010 a 707 del 2017. Una riduzione in Piemonte del 39%.

Sempre in Piemonte i posti letto negli ospedali pubblici nel 2010 erano 13.183, nel 2017 invece 11.623. Quindi 1560 posti letto in menopari a una riduzione del 11,8%. Ma la cosa gravissima di quel periodo è che il buco di bilancio non è stato causato da deficit della Sanità, come confermato dal Senato nell’ambito dell’indagine sulla sostenibilità del SSN. In realtà una parte dei finanziamenti provenienti da Roma per la Sanità sono stati negli anni utilizzati come cassa per spese extra-sanitarie. Si tratterebbe di 4,3 miliardi di euro destinati al SSR che sono stati utilizzati altrove. La Corte dei Conti del Piemonte ha inoltre dichiarato nelle relazioni annuali 2016, che vi è stata oltre ad una scarsa perimetrazione della spesa sanitaria, l’assenza di controlli rigorosi specie nel privato accreditato.

Si è così giunti al paradosso di inviare in Piano di Rientro non la Regione, piena di debiti, bensì la Sanità che non solo era in pareggio di competenza ma che vantava miliardi di crediti di cassa dalla stessa Regione. Ovviamente a commissariare la Sanità “sana” è stata chiamata la stessa Regione “malata” che aveva prodotto il debito.

Chiediamo quindi alla Regione:

Chiediamo, infine, di aprire con urgenza un confronto politico con le rappresentanze sindacali dei lavoratori, affinché non vengano tagliati medici, posti letto e servizi alla popolazione”.

Questo il comunicato della segreteria regionale Anaao Assomed Piemonte. Adesso la “palla” torna nel campo della politica, che dovrà doverosamente rispondere a quanto sollecitato e segnalato dal sindacato.