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#Festival2020, la cover di Roberto Benigni è il più grande inno all’amore: “Il cantico dei cantici”

7 febbraio 2020 | 07:54
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#Festival2020, la cover di Roberto Benigni è il più grande inno all’amore: “Il cantico dei cantici”

Entra a teatro accompagnato dalla banda sanremese “Canta e Suscia”. Ad Amadeus: «Questo è il più bel Sanremo che abbia mai visto»

Sanremo. Dopo nove anni torna a calcare il palco dell’Ariston Roberto Benigni. Un ingresso trionfale, il suo, accompagnato dalla banda “Canta e Suscia” di Sanremo. «Un ingresso così non mi era mai capitato», dice, anche se nove anni fa era arrivato in sella a un cavallo.

«Questo è il più bel Sanremo che abbia mai visto», dice al padrone di casa, Amadeus. «Sono affezionato a questo palco, al pubblico. Lo presentai nel 1980 ed era il 30esimo. Ora è il 70esimo, abbiamo raggiunto quota 100: Sanremo può andare in pensione», scherza. «Nel mio Sanremo vinse Toto Cutugno, l’eterno secondo. Ma c’era tutto un altro sistema di voto. Quest’anno è tutto diverso. Si può votare anche via citofono. Voi venite, citofonate e dite: “Ci hanno detto che qui a Sanremo c’è gente che canta. Ogni voto è ben accetto». Ma chi si aspettava un Benigni “politico” è rimasto deluso. A parte la citazione di Salvini (con il richiamo al citofono), l’attore concentra il suo lungo, lunghissimo, intervento, sulla canzone delle canzoni: “Il cantico dei cantici”.

«Sanremo l’ho presentato, ma io avrei voluto sempre cantare – dice – Ho provato in tutte le maniere a cantare. Avevo scritto una canzone, ma non piaceva il messaggio: era “L’inno del corpo sciolto”. Non venne capito il testo». «Voglio venire a cantare, ma per farlo voglio trovare la canzone più bella del mondo, e che non sia mai stata fatta, neanche una cover. E quella che ho trovato è la prima canzone scritta nella storia dell’umanità, 2400 anni fa: è il “Cantico dei cantici”, è nella Bibbia. Parla di due giovani che si amano. E’ un capolavoro, ma nessuno l’ha mai fatta. E’ come se avessimo lì Yesterday dei Beatles e nessuno l’avesse mai fatta. Esalta l’amore fisico. E’ l’apice, la vetta, della poesia di tutti i tempi. E’ la prima canzone scritta nella storia dell’umanità. Un famoso rabbino disse che tutta la storia del mondo non vale il giorno in cui il Cantico dei Cantici venne donato all’umanità».

E’ un fiume in piena, Roberto Benigni, quando decanta la bellezza del Cantico. «La Bibbia è tutta guerra, assassini. Poi si arriva al Cantico dei Cantici e c’è l’amore. E allora perché lo volevano levare? Perché l’amore fa più paura delle guerre e degli assassini. Io invece sarei proprio per metterci tutti qui, spogliarsi e fare l’amore. Anche l’orchestra, proprio tutti, diretti da Beppe Vessicchio e dove si va si va».

«Nel Cantico dei Cantici ogni parola è un diamante. Non si sa chi l’abbia scritto, ma era gente che lavorava per l’eternità. E’ un dono che dopo 2400 anni queste parole di suprema bellezza possano posarsi su di noi, sulle nostre bocche, sulle nostre anime. Nella serata delle cover vi canto anche io la mia canzone, la canzone delle canzoni: «Il cantico dei cantici».