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La storia della Buschese scampata al rogo del Cinema Statuto di Torino nel 1983

13 febbraio 2020 | 18:15
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La storia della Buschese scampata al rogo del Cinema Statuto di Torino nel 1983

Il consigliere comunale Daniela Isaia: “Sarei potuta essere tra le tante vittime di quel giorno”

Busca. Era il 13 febbraio del 1983, giorno buio per la città di Torino. Una domenica d’inverno con la neve che ben presto si tramutò in una delle giornate più tristi per il capoluogo piemontese.

Al Cinema Statuto, in via Cibrario, si proiettava il film comico “La Capra” con Gérard Depardieu. Un centinaio le persone in sala. Un corto circuito fece andare a fuoco una tenda e in pochi istanti il terrore si impadronì della sala. Fumo, buio e uscite di sicurezze chiuse a chiave. Alcuni si salvarono, per gli spettatori della galleria non ci fu scampo, non arrivò il fuoco solo il In galleria non si vide il fuoco, arrivò solo il fumo, tossico e assassino.

Si parlò di negligenza in materia di sicurezza, ma anche di esoterismo. A distanza di 37 anni rimane la certezza della morte di sessantaquattro persone: 31 uomini, 31 donne, un bambino e una bambina. Per chi c’era è impossibile dimenticare i corpi allineati sul marciapiede di Via Cibrario.

E quella domenica avrebbe dovuto esser al Cinema Statuto anche Daniela Isaia, consigliere comunale di Busca. Ci racconta così il suo 13 febbraio 1983: “Quella domenica io e il mio ragazzo, che poi è diventato mio marito, decidemmo di vedere il film La Capra, un film molto divertente. Lo proiettavano al Cinema Statuto, in via Cibrario, zona vicina a quella in cui all’epoca abitavo. Quindi per comodità abbiamo scelto di andare lì. Mi ricordo che arrivati lì c’era parecchia gente che doveva entrare, al che essendo via Cibrario una via un pò anonima ci siamo guardati, presi per mano e come avessimo avuto lo stesso pensiero ci siamo detti se facessimo una passeggiata in centro? Prendiamo un caffè, facciamo due passi in piazza San Carlo e poi andiamo al Lux dov’era in programma la stessa proiezione. Abbiamo ancora rivolto uno sguardo all’ingresso, la gente che faceva i biglietti e cambiato direzione. Una volta usciti dal Lux mentre rientravamo a casa abbiamo saputo della tragedia. Seppur giovanissimi siamo rimasti molto colpiti rendendoci conto che anche noi due potevamo esser tra quelle vittime invece chissà per quale fatalità le nostre vite dovevano andare avanti e fare ancora tante altre cose.”

A distanza di anni il ricordo in Daniela è vivo più che mai: “Ho poi continuato ad abitare a Torino, prima di trasferirmi a Busca per una ventina d’anni. Specie all’inizio il pensiero andava alla tragedia, soprattutto alla tragedia scampata per me e mio marito. Tutt’ora ancora lavoro a Torino e nel mese di febbraio mi torna alla mente.”