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Cresce poco il Pil del Piemonte

10 febbraio 2020 | 19:30
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Cresce poco il Pil del Piemonte

Unioncamere monitora trimestralmente lo stato di salute dell’economia piemontese e, dagli ultimi dati, nonostante le esportazioni siano in crisi, così come il settore dell’auto, nel 2019 per il Pil piemontese si è registrato un +0,27% a cui si deve aggiungere un altro +0,2% nell’ultimo trimestre dell’anno

Unioncamere monitora trimestralmente lo stato di salute dell’economia piemontese e, dagli ultimi dati, nonostante le esportazioni siano in crisi, così come il settore dell’auto, nel 2019 per il Pil piemontese si è registrato un +0,27% a cui si deve aggiungere un altro +0,2% nell’ultimo trimestre dell’anno. Non grandi incrementi, certamente, ma sempre meglio della contrazione dello 0,3% a livello nazionale. Per cui, se a livello nazionale si decreta la stagnazione del sistema Paese, il Piemonte, pur di poco, cresce anche se non come aveva fatto nel 2018 dove il segno più era del 2,7%. Il divario tra 2018 e 2019 è da ricercare nell’export,  che nel 2018 era risultato essere l’elemento trainante dell’economia subalpina.

Conoscere l’andamento dell’economia a posteriori è certamente utile ma lo sarebbe ancor di più poter conoscere il futuro della stessa, senza ricorrere a qualche indovino. La soluzione non è quindi il mago Otelma di turno quanto il nuovo superindice che è stato elaborato assieme alle camere di commercio piemontesi e in particolare al Comitato Torino Finanza, che sarà in grado di anticipare l’andamento dell’economia regionale. Il superindice è stato chiamato PillNow – il Piemonte è la prima regione italiana a dotarsene – e sarà in grado di fornire, trimestralmente, l’andamento economico della regione. Questo strumento è stato ideato utilizzando tre variabili strettamente correlate al pil, ma disponibili in tempo reale: le esportazioni, i movimenti dei veicoli pesanti e lo shopping. A queste variabili si aggiungono  le ricerche su google dei cittadini, attraverso il sistema Google Trend. Tutto materiale che l’elaboratore trasformerà in un risultato capace di catturare il 70 per cento della varianza del Pil.

In attesa che PillNow provi a diventare il salvagente dell’economia piemontese, dobbiamo tornare a quanto detto all’inizio e cioè  che il Pil Piemontese è stato frenato da due settori essenzialmente: l’export e l’auto. Il lungo periodo di crisi per l’auto è certificato dal fatto che dal 2008 nella sola Torino si sono persi 9.000 posti di lavoro, che diventano 46.000 in Piemonte. Nel 2007 erano 107.000 i lavoratori di questo settore, ridotti a 61.167 nel 2018. Ovviamente si perdono posti di lavoro anche perché la produzione è scesa, dalle 218.000 unità del 2006 a 21.000. La crisi che si pensava essere temporanea è diventata molto più grave e strutturale. Il risultato? Da una parte un Piemonte meno ricco, dall’altra la regione più cassaintegrata d’Italia con 32 milioni di ore autorizzate, il 14% in più del 2018 e 16.000 lavoratori coinvolti in media ogni mese.