Qui abita un ebreo

25 gennaio 2020 | 14:00
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Qui abita un ebreo

La Digos ha iniziato ad analizzare le immagini riprese da una telecamera del Comune per identificare gli autori del gesto contro la casa di Lidia Rolfi, abitata dal figlio Aldo

La scritta Juden Hier, “Qui c’è un ebreo”, accompagnata dalla Stella di Davide, apposta tra l’1 di notte e le 7 del mattino è stata coperta con un cartone e la Digos di Cuneo ha iniziato le indagini, partendo dalle immagini riprese da una delle telecamere di sicurezza della rete video del Comune che si trova all’imbocco della via dove c’è l’abitazione di Aldo Rolfi.

Nelle ore successive al fatto ci sono state tantissime testimonianze di solidarietà alla famiglia Rolfi e di denuncia per un gesto che riporta con la memoria alla notte dei cristalli del novembre 1938 quando in Germania, Austria e Cecoslovacchia vennero  bruciate o completamente distrutte almeno 1.406 sinagoghe e case di preghiera ebraiche, distrutti i cimiteri, i luoghi di aggregazione della comunità ebraica, migliaia di negozi e di case private. Non è un’esagerazione questo parallelismo, perché è da fatti come quello successo ieri a Mondovì che si comprende come certi germi non sono ancora stati debellati del tutto e che la Storia non sempre è maestra di vita.

Tra le iniziative di queste ore da segnalare la mobilitazione lanciata dai consiglieri regionali piemontesi Marco Grimaldi (Luv) e Daniele Valle (Pd) che propongono di appendere su “tutte le nostre porte” un foglio con le diciture “Qui abita un ebreo – Qui abita un antifascista”. I due consiglieri invitano a stampare l’adesivo che compare sui loro profili o di scrivere a mano su un foglio di carta. “I revisionisti, i fascisti, i nostalgici, aspettano tutto l’anno ricorrenze come il Giorno della memoria o il 25 aprile – è l’appello di Valle e Grimaldi – per prendersi i loro perversi momenti di gloria. Quello che è accaduto a Mondovì ha lo scopo, come altri gesti a cui assistiamo ormai troppo spesso, di spostare il limite, di forzare la mano, di provare a mettere in discussione anche ciò che invece è a fondamento della nostra Repubblica. Lo diciamo apertamente che questi gesti sono vigliacchi e disgustosi. Bisogna reagire”.