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Informazione errata dei media o presunzione di un produttore vinicolo?

26 gennaio 2020 | 12:22
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Informazione errata dei media o presunzione di un produttore vinicolo?

Il vino in discussione è un’idea partita 15 anni fa, quando il nonno di Franco Montaldo (DG dell’ azienda Montalbera) fece un impianto di 5 ettari di pinot nero destinato a trasformarsi in bolla

Quanto l’ ignoranza “Pop” può essere provocatoria ma allo stesso tempo pericolosa anche nel mondo del vino. Pochi giorni fa leggo un articolo su un nuovo vino, prodotto da una nota azienda del Monferrato, riportato poi anche sul notiziario dell’Ansa e dal TG regionale della sera.

Il vino in discussione è un’idea partita 15 anni fa, quando il nonno di Franco Montaldo (DG dell’ azienda Montalbera) fece un impianto di 5 ettari di pinot nero destinato a trasformarsi in bolla.

Prodotto che viene degorgiato dopo 120 mesi e al quale viene fatta una ricolmatura con il vino della stessa annata essendo un Pas Dosè. Progetto che è stato seguito da due enologi, prima Luca Caramellino e in seguito Morando.

Fino a qui tutto normale e pur non avendolo assaggiato in quanto verrà presentato in Italia il 2 marzo a Torino, non metto in discussione la qualità del vino, perché è ormai provato che anche dalle Langhe e zone limitrofe si possono ottenere ottime bollicine. Alta Langa, Millesimati e addirittura spumanti ottenuti da uve nebbiolo.

Ciò che trovo sbagliato è che questo vino chiamato appunto 120+1 è stato fin da subito promosso come il primo Champagne italiano prodotto con uve piemontesi (Castagnole Monferrato).

Sicuramente una grande strategia di marketing, questo NON E NON SARA’ MAI UNO CHAMPAGNE, proprio perché non è prodotto nella conosciuta regione a nord della Francia. Sarebbe come trovarsi a Domodossola dove si coltiva nebbiolo e produrre un vino con lo stesso affinamento di un Barolo per poi metterlo sul mercato come “Barolo”.

Oltre a questo nell’articolo viene specificato che il “+1” è il giorno destinato alla liqueur d’ expedition, cosa non proprio precisa essendo un pas dosè.

Ma non finisce qui, perché Morando ha inoltre, oserei dire, superato se stesso questa volta volendo presentare prima che in Italia il prodotto già a metà febbraio al Wine Paris di Parigi, chissà cosa ne pensano i nostri colleghi d’oltralpe.