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Il contributo della Provincia di Cuneo e Arpa Piemonte per migliorare la normativa sull’utilizzo del combustibile solido secondario

29 gennaio 2020 | 12:11
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Il contributo della Provincia di Cuneo e Arpa Piemonte per migliorare la normativa sull’utilizzo del combustibile solido secondario

Audizione al ministero dell’Ambiente a Roma sulla positiva esperienza condotta nella Granda negli ultimi sette anni

Cuneo. La Provincia di Cuneo, insieme all’Arpa Piemonte, sta dando un contributo importante a livello nazionale sulla tutela ambientare legata all’utilizzo del combustibile solido secondario (Css) che arriva dai rifiuti e che viene bruciato nei cementifici per produrre energia. Da sette anni l’ente Provincia porta avanti l’iter per definire le procedure tecniche relative al campionamento, analisi, valutazione di conformità e formazione dei lotti omogenei, del rifiuto avviato in combustione, prima denominato combustibile da rifiuto (Cdr) ed ora combustibile solido secondario (Css). Lo scopo è quello di garantire un orientamento univoco per gli operatori del settore sul territorio cuneese, a tutela dell’ambiente e della salute pubblica.

Questo lavoro si è reso necessario per superare i problemi di applicazione del decreto ministeriale 22 del febbraio 2013 “Regolamento recante disciplina della qualifica di rifiuto di determinate tipologie di combustibili solidi secondari (Css)” con le prescrizioni autorizzative impartite in capo ai soggetti interessati alla produzione e utilizzo del combustibile solido secondario a tutela della salute pubblica e dell’ambiente. La procedura, in accordo con il cementificio di Robilante ed i produttori del Css nella Granda, è stata approvata in via sperimentale già nel settembre 2014 ed è proseguita per il periodo di tempo utile ad individuare un “modus operandi” per superare le criticità legate al campionamento ed alla preparazione del campione, alle metodiche analitiche, alla restituzione e validazione dei risultati previsti dal decreto. La sperimentazione si è conclusa nel 2017 e le procedure sono state inserite quali parti integranti nei provvedimenti integrati ambientali.

Nel corso degli anni, i risultati della ricerca sono stati relazionati, oltreché alla Regione Piemonte, ai ministeri competenti ed in particolare al ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, per chiedere di porre rimedio alle criticità applicative della norma.

Per questo motivo il Comitato di vigilanza e controllo ha convocato il 15 gennaio a Roma (ministero dell’Ambiente) i rappresentanti della Provincia di Cuneo e del Dipartimento provinciale dell’Arpa per confrontarsi sugli esiti di tali attività sperimentali. Durante l’audizione, il dirigente Luciano Fantino e il tecnico ?  del Settore Tutela territorio della Provincia hanno potuto illustrare le motivazioni e modalità della sperimentazione, in relazione alla normativa ambientale ed all’organizzazione del sistema integrato dei rifiuti urbani provinciale. Il lavoro svolto ha messo in luce la necessità prioritaria di selezionare accuratamente le tipologie di rifiuto destinato a produrre Css per ridurre al minimo la presenza di metalli ed inquinanti che possono causare criticità ambientali, nonché problematiche industriali. I funzionari della Provincia hanno rimarcato come il sistema integrato attuato nella Granda da parte dei Consorzi pubblici di gestione rifiuti abbia consentito di dare continuità all’avvio del recupero e smaltimento dei rifiuti urbani prodotti dai 247 Comuni senza interruzioni dal 2000 e, da alcuni anni, abbia anche potuto contribuire a contenere le emergenze verificatesi sul vicino territorio ligure.

A sua volta, il Dipartimento di Cuneo dell’Arpa Piemonte ha presentato i dati tecnici delle risultanze frutto di cinque anni di lavoro di elaborazione di monitoraggi in capo al gestore, sottolineando come gli esiti analitici e le valutazioni statistiche abbiano dimostrato l’opportunità di rivedere il decreto nella parte relativa all’approccio statistico finalizzato alla verifica di conformità del materiale per i parametri chimici cosiddetti di “specificazione”. E’ stato sottolineato che la metodologia di analisi e verifica di conformità del Css deve essere ottimizzata nelle fasi di preparazione dei campioni da sottoporre ad analisi, con particolare riguardo alla triturazione ed omogeneizzazione dello stesso. Sono stati presentati i risultati dell’interconfronto laboratoristico organizzato da Arpa Piemonte, di parte pubblica e privata, avviato nel 2016 con un primo step (ottimizzazione e standardizzazione della fase analitica e di elaborazione dei dati) e in fase conclusiva nel 2020.

Molti gli interventi e le richieste di chiarimenti da parte del presidente del Comitato e dei tecnici presenti che hanno manifestato interesse ed apprezzamento per il lavoro svolto. L’audizione si è conclusa con l’impegno da parte del Comitato romano a riferire alle Direzioni interessate dei ministeri Ambiente, Sanità, Industria e Sviluppo economico, gli esiti della sperimentazione per avviare le procedure istituzionali utili a integrare e correggere la normativa.