tradizione popolare |
Altre News
/
Società
/

Giorni della merla: perchè si chiamano così?

29 gennaio 2020 | 07:31
Share0
Giorni della merla: perchè si chiamano così?

Il triduo 29, 30 e 31 gennaio è uno dei periodi più affascinanti, ricco di leggende e proverbi

Cuneo. I giorni della merla secondo il detto popolare sarebbero i tre giorni più freddi dell’anno: secondo alcune tradizioni corrispondono agli ultimi tre giorni di Gennaio, per altre agli ultimi due e al primo di Febbraio.

I giorni della Merla sono i più freddi? Le statistiche meteo degli ultimi decenni contrastano con il detto popolare, in media, dopo il 10 di gennaio, la temperatura mostra una tendenza ad aumentare.

Sono davvero numerose e varie le tradizioni popolari colme di regionalismi che vogliono il “cuore” dell’inverno legato a questo periodo. Tra i più noti la leggenda narra che a causa del freddo la Merla, che un tempo aveva il piumaggio bianco, per riscaldarsi andò a ripararsi in un camino. Così che il suo manto divenne grigio per la fuliggine e da allora rimase di tale colore. La leggenda giustifica così con una favola la differenza tra le piume di colore bruna/grigia nelle femmine, nera brillante nel maschio.

Altro detto legato arrivato fino a noi dice che “se i giorni della merla sono freddi, la primavera sarà bella; se sono caldi, la primavera arriverà in ritardo”. Anche in questo caso non vi è ovviamente alcuna verità oggettiva ma un detto popolare.

Tante le varianti dialettali del proverbio, tutte accomunate dalla descrizione di un momento cruciale dell’inverno, quando sono possibili ondate di gelo e neve, o anche anticipi della bella stagione.

Uno di questi, marchigiano, recita: “Se i giorni della Merla vuoi ben passare, pane, polenta, maiale e fuoco del camino per scaldarti”. Un proverbio bolognese dice: “Quand canta al mérel, a san fóra dl’invéren” (Quando canta il merlo, siamo fuori dell’inverno).

Persino Dante Alighieri, nella sua “Divina Commedia”, cita i giorni della merla, facendo dire, nel XIII canto del Purgatorio, all’anima di Sapia “Omai più non ti temo! / come fè ‘l merlo per poca bonaccia”.