Fine della latitanza ventennale

28 gennaio 2020 | 13:20
Share0
Fine della latitanza ventennale

I dettagli delle indagini

L’operazione che ha portato all’arresto del latitante Bouraku Mihallaq, portata a termine dalla Squadra Mobile della Questura di Cuneo in collaborazione con i colleghi del commissariato di Ponticelli e con il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato è da inquadrare nel progetto “Wanted” ,attualmente giunto alla sua terza fase, coordinato dallo SCO, attraverso il quale vengono continuamente monitorati i latitanti in Italia con uno scambio continuo di informazioni tra le questure e con tutta una serie di dati, anche antropometrici, che sono oggetto di aggiornamento specie nel caso di latitanti da più anni. Ed è questo il caso di Bouraku Mihallaq, albanese del ’70, latitante da vent’anni e con alle spalle una condanna andata in giudicato di 8 anni, 4 mesi e 12 giorni che risulta dalla somma delle pene comminatagli dai tribunali di Siena e di Alba nel 1998 e nel 2000 quando venne arrestato in flagranza di reato per possesso di 200 kg di marijuana. L’uomo, che aveva numerosi precedenti, dal 2000 ha fatto perdere le sue tracce. Successivamente, grazie al progetto “Wanted” e a un’accurata attività di indagine, sono state ottenute delle informazioni che hanno portato a localizzare il ricercato prima in provincia di Napoli e successivamente, restringendo il campo delle ricerche, nel capoluogo partenopeo e in particolare nel rione Ponticelli.

L’attività investigativa si è quindi spostata a Napoli, con il supporto degli uomini del commissariato di Ponticelli e alla fine, controllando la cerchia di persone che potevano essere in qualche modo in contatto col Mihallaq, gli agenti sono entrati in azione arrestando per strada l’uomo che è rimasto sorpreso nel trovarsi di fronte uomini della questura di Cuneo, pensando, erroneamente, di non essere più ricercato da loro.

Non è dato di sapere, al momento, dove Bouraku Mihallaq sia stato durante questi lunghi vent’anni, in particolare dal 2016 in poi, quando ha fatto perdere le sue tracce, di certo la sua latitanza a Napoli è avvenuta in un quartiere ad alta densità malavitosa e con presenza di una forte comunità albanese e slava che secondo il ricercato doveva bastare a proteggerlo.

Alla cattura di uno dei cinque più pericolosi ricercati da parte della Squadra Mobile di Cuneo hanno collaborato una decina di uomini tra cui due funzionari della stessa  Mobile di Cuneo, colleghi dello SCO e del commissariato di Ponticelli. Bouraku Mihallaq, invece, è stato portato in carcere a Napoli.