Coldiretti: sì all’origine in etichetta sui fagioli a tutela del made in Italy

17 gennaio 2020 | 08:57
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Coldiretti: sì all’origine in etichetta sui fagioli a tutela del made in Italy

Acquistare nei mercati Campagna Amica o nei punti vendita aziendali è garanzia di qualità e tracciabilità

È essenziale estendere ai legumi, fagioli in primis, l’obbligo dell’indicazione di origine in etichetta. A rimarcarlo è Coldiretti nel denunciare l’inganno cui gli italiani devono far fronte ogni giorno, consumando 3 piatti di fagioli, lenticchie e ceci su 4 spacciati per nazionali, ma in realtà provenienti dall’estero, soprattutto da Stati Uniti e Canada dove vengono fatti seccare con l’utilizzo in pre-raccolta del glifosato secondo modalità vietate in Italia.

Le importazioni di legumi secchi, poi venduti come Made in Italy, hanno superato i 405 milioni di chili, con un aumento record del 46% negli ultimi dieci anni, secondo un’analisi su dati Istat. I fagioli, in particolare, arrivano in gran parte dall’Argentina, oltre che dal Nord America.

“Un fenomeno – spiega Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo – che danneggia i nostri produttori ma anche l’ambiente e i cittadini, poiché all’estero non vengono rispettate le stesse normative che vigono nel nostro Paese in materia di utilizzo di sostanze chimiche, come nel caso del glifosato, ma anche per quanto riguarda le condizioni di lavoro. Tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei devono rispettare gli stessi criteri, perché dietro gli alimenti italiani e stranieri in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute. Per questo è importante arrivare ad ottenere l’obbligo di indicare l’origine degli alimenti in etichetta per tutti i cibi venduti nell’Unione europea, a partire da  verdura, frutta e legumi trasformati”.

In Provincia di Cuneo sono 1.000 gli ettari coltivati a fagiolo, nella tipologia nano (70%), commercializzata principalmente secca, e nella tipologia rampicante (30%), sia fresca che secca. Si tratta di una produzione dalla tradizione consolidata, un fiore all’occhiello dell’orticoltura cuneese che dal 2011 vanta il riconoscimento comunitario “Fagiolo Cuneo IGP” con cui, ogni anno, sono certificati circa 150 quintali di prodotto, tra fresco e secco.

Per avere la certezza di comprare un prodotto locale, genuino e di alta qualità, Coldiretti Cuneo consiglia ai consumatori di scegliere sempre fagioli cuneesi, acquistandoli presso i mercati di Campagna Amica sul territorio provinciale o nei punti vendita delle aziende agricole.

“Occorre anche rivedere – aggiunge Moncalvo – il meccanismo degli accordi che favoriscono l’arrivo di prodotti stranieri sulle nostre tavole, in modo che trovino sempre applicazione tre princìpi fondamentali: parità delle condizioni, efficacia dei controlli, reciprocità delle norme”.