Boves, gran finale per gli 85 anni di Elvis Presley

19 gennaio 2020 | 15:12
Share0
Boves, gran finale per gli 85 anni di Elvis Presley
Boves, gran finale per gli 85 anni di Elvis Presley
Boves, gran finale per gli 85 anni di Elvis Presley

L’ iniziativa espositiva è terminata con il concerto in una ex Confraternita gremita

Boves. Meglio non poteva andare, e finire, la grande iniziativa bovesana (una di quelle per cui non è inadeguato il termine «evento», di solito abusato), dedicata gli ottantacinque anni che avrebbe compiuto Elvis Presley, l’americano «Re del rock», classe 1935, improvvisamente scomparso nel 1977, ma il cui «mito» resta vivo, vera leggenda anche ad inizio Terzo Millennio.
L’esposizione di quasi cinquecento fotografie ed oggetti («memorabilia» e dischi), nella bovesana ex chiesa di Santa Croce, inaugurata sabato 11, è stata visitata costantemente. L’ha conclusa, la sera di venerdì 17, esibizione dei «Beat Circus» (Andrea Borgna, Luca Castellino, Roberto Cavallo e Carlo Pinna), rinforzati da Ernesto Zucconi alla tastiera (con filmati dell’artista americano, anche protagonista in ben trentatre pellicole), in locale gremito.
I «Beat», nella loro divisa di ordinanza, cravatta rossa, camicia bianca, pantaloni e gillet grigi, hanno iniziando omaggiando di rivista su Elvis l’ideatore della manifestazione, Ernesto Zucconi, il delegato comunale alla cultura, consigliere Raffaella Giordano, ed il Sindaco (che ha annunciato che l’avrebbe messa a disposizione in Biblioteca), gli espositori (lombardi e romani Antonella Santovincenzo, Patrizia Tesser, Miky Cardellino, Renzo Demaria), l’infaticabile collaboratore bovesano Celestino Giordano (che molto ha supportato ogni momento), loro ammiratori arrivati sin da Torino.
Per tutta la serata ha vivacizzato esibizione di ballerini.
«Elvis» era, idealmente, sul palco, con sua «statua danzante», uno degli oggetti esposti.
Luca Castellino curava le sue abituali, dettagliate, pennellate storiche introduttive ad ogni brano, dialogando con l’ironico batterista Andrea Borgna (la formazione, batteria-chitarra-bassi, è quella dei «Beatles», con voce Carlo Pinna).
Ernesto Zucconi, noto ammiratore locale della star, a cui ha dedicato vari momenti in questi anni, il primo nell’ormai lontano 1997, inclusa pubblicazione e due calendari (l’ultimo di questo 2020), ha presentato anche brani da lui composti (tra uno scritto ed una ricerca storica trova tempo anche per questo). I «Beat» non hanno trascurato, come aveva fatto l’esposizione, alcun momento della articolata vita artistica di «Elvis»: dal grande successo iniziale, al servizio militare in Germania, ai successivi dischi, films, concerti, apparizioni televisive, leggendario «Ed Sullivan Show» incluso, sin al grande rilancio degli anni Settanta ed al crollo fisico finale. Certo a Boves si è ben tratteggiato un artista che mai si è risparmiato per il pubblico, che dalla musica ha avuto tanto (ricchezza in primis), ma che tanto ha saputo dare. Spazio è stato dato anche a brani tradotti e cantati in Italia da artisti (i «Beat» ne stanno incontrando molti, a Cuneo, del «Clan Celentano») che a lui si ispiravano (molti, da Little Tony sin ad arrivare a «Una ragazza facile» di Don Backy, coi suoi «I Fuggiaschi», e Mogol).
La voce di Ernesto Zucconi ha presentato gli «spirituals», quelli cantati sin dalla sua infanzia, nelle chiese dei «neri». Ora l’appuntamento si sposta a Colleferro, estremo sud della Provincia di Roma, quasi Ciociaria, per iniziativa analoga dal 22 febbraio.
(fotografie di Michele Siciliano)